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Logbook 17 – La voce dell’attore

Una voce ha sempre una sua identità, talvolta una sua bellezza. Riconoscibile certo – basta pensare a quella di Carmelo Bene, per esempio – come i lineamenti del viso,  e come il viso cambia con il tempo che può migliorare o peggiorare.

Una delle voci più belle che ha superato il tempo, grazie alle tecnologie che da quasi un secolo consentono di registrarle, è indiscutibilmente quella di Arnoldo Foà che peraltro (come racconta lui stesso, nell’intervista qui sotto) odiava essere definito per la voce e non come attore. Oddio, era realmente un grandissimo attore e non aveva poi un carattere facile ma era comprensibile visto anche come era cresciuto. Ragazzo e poi giovane attore, ebreo durante le leggi razziali e per questo costretto a fare da riserva a emeriti cani del palcoscenico. Ascoltare oggi la sua voce dà l’idea di cosa era la formazione di un attore della vecchia scuola. Basta una breve ricerca su YouTube per ascoltarlo leggere, ridando vita alla poesia di Leopardi, di Dante, di Carducci.

Qualche tempo fa, a proposito di Foà e di YouTube, oggi che è il giorno del suo compleanno, saltò fuori per caso una sua intervista. Lo avevamo intervistato con Giancarlo Dotto, nel piccolo studio della Balduina (oggi credo sia la sede di una banca). Fu una lunga intervista su attori, voci, teatro e molto altro in cui Arnoldo Foà si divertì molto e lo diede a vedere. Un’intervista di cui purtroppo, come spesso accade quando ne hai fatte tante – Giancarlo probabilmente più di me ma ne abbiamo fatte veramente tante entrambi – ci dimenticammo. Comunque sia, in quella via di mezzo fra una discarica puteolente e una miniera d’oro che è YouTube, ritrovammo per caso, molti anni dopo, questa intervista che non so proprio come possa esserci finita dentro, visto che, quando la facemmo, il web non era neppure immaginato. Uno spettatore ebbe la buona idea di registrarla – la qualità tecnica non è il massimo, in effetti – e poi molto dopo l’ha inserita su YouTube. Così anche questa piccola memoria di un grande attore, sia pure per un caso fortunato, resta per tutti, oltre lo spazio e il tempo.

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