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Logbook 40 – Odessa e il suo mare

Il Ponto Eleusino – il Mare Ospitale perché eleusino in greco antico questo vuol dire –  è ormai da tanto tempo diventato il Mar Nero. Fu l’Impero Ottomano a farlo diventare così perché con questo nome lo distinguevano dal Mar Bianco che era invece il Mediterraneo. Il Mar Nero, mare di nebbie feroci, è di nuovo al centro di tutto mentre anche Odessa torna con i suoi incubi, dopo cento e più anni, quando le truppe dello zar fucilarono una folla disarmata che difendeva i suoi marinai della corazzata più famosa della storia.

La forza dell’arte non si perde nel tempo – se è realmente tale – e le immagini girate da Ėjzenštejn lo testimoniano ancora di più oggi. Da quella vicenda vennero gettate le basi concrete alla Rivoluzione che poco meno di venti anni dopo avrebbe cambiato la Russia e il mondo. Rivedere oggi quelle immagini che questi tempi hanno riportato alla luce violentissima della realtà (dopo gli sberleffi fantozziani ieri comprensibili, oggi un po’ imbarazzati) è letteralmente traumatico. I marinai che si battono e muoiono per un piatto di minestra, l’orrore della scalinata (peraltro progettata da un italiano, il sardo Francesco Boffo), le scene finali dove la battaglia fratricida viene evitata, tutto è grande cinema, grande fotografia, dove le immagini diventano suoni nel silenzio del cinema muto e dei suoi chiaroscuri.

Varrebbe la pena riguardarle con attenzione quelle immagini, oggi, mentre Odessa rischia di nuovo di riviverle. Le navi affollano l’orizzonte e l’orologio della guerra che sembra impossibile fermare, scandisce ore che riducono sempre più la speranza disperata di trovare rapidamente una soluzione. Iniziare una guerra è sempre molto semplice, il problema reale è concluderla. Odessa – lo dice lo stesso Presidente ucraino Zelens’kyj – sta per essere bombardata. Il più importante porto ucraino rischia di diventare un cumulo di macerie mentre si cerca una soluzione che non sia quella di sacrificare vite umane e idee mentre nella memoria scorre quell’altra Odessa, evasa dalle cineteche per tornare in tutta quella brutale realtà che aveva voluto denunciare.

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