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Logbook 43 – Ombre

È una strana guerra. La prima forse in cui il web e l’informatica possono essere determinanti quanto – e forse in alcuni casi – più della stessa artiglieria. Operano gli hacker di tutto il mondo, entrando e uscendo dalla rete russa e creando difficoltà notevoli. Da parte loro, i russi sembrano in difficoltà nell’usare le tecnologie di comunicazione a loro disposizione. I media sono fondamentali – come sempre – e le loro postazioni diventano obiettivi sensibili. Il Presidente Zelens’kyj diventa protagonista assoluto della comunicazione, lasciando in ombra un Putin imbolsito e sempre più autoisolato. Zelens’kyj parla in tutte le lingue che conosce – e non sono poche – a tutto il mondo. Cita Churchill e Londra applaude in piedi, critica una UE troppo timida, sollecita strumenti di difesa e tira fuori una anima politica che solo due anni fa sarebbe stata imprevedibile. Intanto la tv ucraina prepara programmi adatti al momento tragico e fa da collante un po’ come la radio nell’Europa della Seconda Guerra Mondiale. Già nel 1991, quando Israele era sotto attacco missilistico da parte di Saddam, la tv israeliana inventò un programma – tragicamente bello – dedicato ai bambini che si intitolava “Supereremo anche questo”. Non era facile spiegare a dei bambini il senso della guerra, ammesso che questo senso esista, ma soprattutto cosa fare in caso di emergenza come farsi e fare una iniezione anti gas nervino con le enormi siringhe di cui era dotato chiunque insieme alla maschera antigas. Era un programma difficile ma pieno di allegria – nonostante tutto – e contribuì molto a quella generazione per superare uno dei momenti più bui.

Intanto la situazione si complica ulteriormente. La Russia è uscita ieri dal Consiglio d’Europa. Le sanzioni cominciano a bruciare. L’immagine dello Zar è fortemente incrinata mentre l’Ucraina si difende casa per casa. I generali russi non se lo aspettavano e oggi radere al suolo un’intera nazione che si occupa e si distrugge in nome di una storia comune inesistente – falso e contraddittorio al tempo stesso – non avrebbe senso. Se la Russia dichiara di rivolere l’Ucraina in quanto stesso popolo, stesso sangue, vista da Mosca la cosa comincia a diventare fratricida a tutti gli effetti mentre gli ucraini che si sentono europei occidentali si stanno meritando sul campo quell’ingresso richiesto ufficialmente. Si scontrano democrazie per quanto malate e incomplete contro la cultura stessa della dittatura, basti vedere chi sono i cinque governi che hanno appoggiato Putin all’ONU dove persino Cina e India che pure non si amano fra loro hanno deciso di astenersi.

Come finirà? Finirà? Vediamo in queste ore come andranno i colloqui fra i due Ministri degli Esteri. Lavrov passa per la corrente interna delle colombe, al Cremlino, ma negli ultimi tempi si dice non goda di grande popolarità presso Putin e i fatti sembrerebbero confermare questa voce. Le sanzioni cominciano a pesare, il rublo è in caduta libera, le agenzie di rating precipitano in queste ore – con la Borsa moscovita chiusa ormai da una settimana – la Russia verso un default, come già era avvenuto vent’anni fa.

La domanda principale sembra essere quella che presto o tardi tocca per tutti i dittatori: ma in realtà come sta con la testa?

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