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Logbook 80 – Il bambino e l’acqua sporca

E così per quattro imbecilli presumibilmente ubriachi che avrebbero molestato delle ragazze con atteggiamenti gravissimi, gli alpini finiscono sotto un violento attacco sui social. Ho cercato di contribuire su Twitter, di fronte alle reazioni che ciò ha comportato, ricordando (magari troppo in sintesi) che forse è rischioso, nella rabbia del momento, dimenticare anche l’impegno degli alpini nelle emergenze. Così, qualcuno – non conoscendomi o non capendo – è partito a spada sguainata come se avessi voluto legittimare comportamenti non gravi ma gravissimi. Cosa assolutamente demenziale ma essere travisati è sempre il rischio di parlare con degli sconosciuti e quindi purtroppo ci può stare.

Comunque sono arrivati insulti che andavano dal fesso all’imbecille. La lezione di Borges, in proposito e per inciso, è illuminante quando sostiene che possono ferirci solo le persone cui teniamo e questo francamente non mi sembra il caso. Se non fossi stato chiaro anche a qualcuno fra noi, potrebbe forse essere il caso di approfondire ulteriormente, non tanto per la polemica in sé, che è abbastanza marginale, ma per quello che comporta o può comportare.

Punto uno. Sono episodi gravissimi che quando si manifestano – ovunque si manifestano – devono essere denunciati immediatamente alla magistratura e solo alla magistratura. Al momento e per inciso, a Rimini è stata presentata una denuncia, gravissima ma una sola in  un contesto di oltre centomila persone. Quindi, una volta verificato e giudicato quanto denunciato, dopo la sentenza – qualsiasi essa sia – sono leciti i commenti definitivi, i giudizi di massa e le reazioni adeguate ma fino a quel momento sarebbe meglio parlarne con il condizionale, sempre che si sia garantisti e che la giustizia sia uguale per tutti. Senza se e senza ma. 

Punto due. La parte per il tutto quando si fa comunicazione è pericolosa perché può comportare un certo tanfo, diciamo, di razzismo o di integralismo. Una identità comune non giustifica né qualifica il comportamento di un singolo e viceversa. Se per esempio uno zingaro è un ladro e altri dieci no, è difficile sostenere che gli zingari sono tutti ladri, anche se questo non è raro che accada. Gli esempi potrebbero essere tanti. Se tre, cinque, dieci alpini su cinquantamila hanno comportamenti gravi, li si colpisca quanto più duramente possibile ma non è corretto liquidare la cosa imputandola agli altri quarantonovemilanovecentonovanta, colpevoli semmai – questo sì – di non essere intervenuti, se presenti, di fronte a scene del genere. Come dire che il mondo dei social, visto che è frequentato anche da soggetti dediti alla violenza verbale e alla scarsa educazione civica, non sia per questo socialmente utile. L’utilizzo della sinneddoche è sempre pericoloso quando si vuol fare giornalismo, politica o giustizia. Inoltre la chiave di tutta la vicenda sono state la volgarità e la violenza verbale, intollerabili in qualsiasi contesto civile, reale o virtuale. Certo, la volgarità fa la differenza e se Sergio Leone fa dire da Jason Robards a Claudia Cardinale una cosa evidentemente e comprensibilmente scorretta che si fa? Cancel Culture anche per C’era una volta il West, ovviamente? 

Punto tre. Guardare le cose da un unico punto di vista per interesse di polemica, ricerca di visibilità o semplicemente per superficialità di giudizio non aiuta a approfondire e a comprendere. Senza però approfondire e comprendere, risulta completamente assurdo voler giudicare, altrimenti il linciaggio diventa la forma più rapida ed efficace di giustizia. Francamente questo non sarebbe il mio mondo quindi no, grazie, senza offesa.

Sono – ripeto – episodi gravissimi da condannare, una volta verificati ma occhio per la fretta a non buttare via, secondo l’antica ma sempre attuale immagine, il bambino con l’acqua sporca.

Per chiudere, siamo proprio certi che di fronte a episodi del genere – che possono riguardare, una donna, un bambino, un disabile, spesso un animale o quant’altro – nella realtà (e non nella propria finzione di realtà da tastiera) quelli che si indignano via web sarebbero tutti – nessuno escluso – intervenuti per rimettere a posto le cose difendendo chi ne era vittima o invece il coraggio sarebbe venuto meno e avrebbero cambiato strada, per non compromettersi, come si dice in questi casi? Per quel che mi riguarda – come ricorda bene chi mi conosce – so per esperienza diretta come reagire nel trovarsi in simili circostanze. Su questo non ho mai avuto esitazioni, semmai qualche sopracciglio spaccato e qualche gentile ringraziamento. Ma quelle rare volte che grazie a Dio è capitato, non siamo stati mai in molti a intervenire direttamente, rapidamente e efficacemente. Pochi, molto pochi.

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