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Logbook 103 – Gentlemen

Sera in rada croata. Mentre Michele si occupa di comunicazione e Francesca di economia, Gabriele già lavora e contemporaneamente gioca come portiere in Eccellenza. Così parliamo di calcio, anche se non è il mio forte. Cerco una storia da condividere con loro e mi viene in mente un aereo e un piccolo aeroporto del nord Europa.

Piccola storia – molto piccola ma in fondo emblematica – però è garantita da fonte affidabilissima anche se converrà spargere un po’ di nebbia nel racconto e sarà sufficiente per finire il rum, prima di scendere a dormire.

Si parla di calcio, sia pure in senso lato, con protagonista una storica squadra di calcio del centro Italia, affidata a un ex campione nordico trasformatosi in allenatore di altrettanto successo. L’uomo è colto, freddo, ironico – nordico appunto – e sembra prendere il mondo del calcio con il dovuto adeguato distacco, tanto che sarebbe difficile dire se si ritroverebbe – lui che aveva il campo come centro di tutto – nel fritto misto televisivo in cui le chiacchiere dominano sui fatti. 

L’altro protagonista della storia è un suo calciatore. Bravo, molto bravo – anche lui un campione – è un ragazzo d’oro ma viene dal contado pontino, insomma ai tempi di cui si narra era ancora un po’ naif. Migliorerà poi nel tempo ma allora rappresentava uno splendido esempio di quella Italia rustica e sincera che abbiamo finito poi per rimpiangere perché almeno era vera.

Dunque, arrivano in aereo per una partita internazionale nel nord dell’Inghilterra. Il tempo è brutto e l’aereo balla parecchio ma alla fine in qualche modo riescono a atterrare. Il giocatore si agita parecchio, è sulle spine. Al controllo passaporti c’è fila e lui comincia a comunicare a popolo, comune e vicinato che ha un urgente necessità di natura liquida da ottemperare. Molto urgente e lo ripete a voce alta, a tutti continuamente.

La situazione si fa imbarazzante ma c’è l’allenatore. Lo chiama, gli indica il fondo di un lungo corridoio e gli dice “Vede lì in fondo quella porta? Vada lí. C’è scritto GENTLEMEN. Lei non ci faccia caso e entri lo stesso”. 

Il che, come diceva Giovannino Guareschi, è bello e istruttivo.

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