Logbook 294 – Manuela

Era il 1987 e Manuela aveva vent’anni. Ci colpì subito – sia a Sandro che a me – durante il casting, la sua carica di allegria e la sua naturalezza davanti alla telecamera. Eravamo giovani noi due ma ce la tiravamo già da vecchi e navigati televisivi mentre mettevamo su dal nulla una avventura come un tg diverso da tutti gli altri. Avevamo già trovato due redattori giovanissimi, Davide Coletta e Fabio Caressa, diciottenni o poco più, che si vedeva subito avevano stoffa e voglia di fare. 

Anche i due conduttori del Tg che sarebbe nato di lì a poco li avevamo già scelti. Uno era Mauro che usciva dal Secolo d’Italia (bravissimo perchè la scuola del quotidiano missino, giornalisticamente parlando, era buona) e Paola, giovanissima anche lei. Sandro e io che gestivamo il TG completavamo il quadro. In sintesi quattro gatti ma tosti. Non avevamo immagini, non avevamo notizie se non il Televideo, non avevamo nulla, cosi ci inventammo il conduttore con due commentatori ai lati, Sandro per il calcio e chi scrive per tutto l’universo creato, come lo chiamava Andrea Camilleri. Erano i primi passi e Manuela c’era, alla grande e a tutto campo.

Quello che era già evidente in lei era la sua incredibile capacità di saltare dalla cronaca allo sport alla politica alla conduzione, senza la minima difficoltà e garantendo sempre il massimo. A questo si aggiungeva anche una enorme voglia di imparare, di fare, sempre con un suo senso dell’umorismo travolgente. Riusciva a fare ridere in un attimo persino me, cosa che a quei tempi non era facile.

E così, insomma, sono contento che oggi lei finalmente veda riconosciuto in qualche modo dalla sua azienda quello che merita. Non soltanto come professionista ma come la donna che é, intelligente, innamorata della vita e del suo mestiere, capace di sorridere sempre e comunque anche nei momenti più difficili. Quella Teleroma 56 nel frattempo non esiste più ma è diventata “storica”, aggettivo consueto e allora inimmaginabile quando viene citata.

Poi Sandro si fermò a Mediaset e divenne il telecronista e il conduttore che cambiava il modo di farlo, senza però lasciarsi mai travolgere dal gorgo pericoloso della tv. Il suo “Controcampo” resta magistrale nell’offerta televisiva italiana. Mauro Mazza andò in Rai mentre Paola Rivetta andò al TG5, Anche Manuela andò via e arrivarono Ada Pagliarulo, Antonello De Fortuna, Gaia Tortora, Sergio Gamberale, Paolo Stella, Andreina Camilleri, Francesca Loquenzi e tanti altri mentre Giancarlo Dotto, Massimo Caviglia e Stefano Disegni e ancora altri diventavano commentatori per noi. Scoprimmo per caso che Daniele Formica era  uno dei massimi esperti di F1 in Italia e gli proponemmo di commentare ogni lunedì il Gran Premio (ovviamente gratis perchè di risorse non ce n’erano) e lui accettò con entusiasmo, felice di poter parlare della cosa che lo appassionava di più da sempre. 

Bei tempi e così oggi, se incrocio Manuela Moreno in video, mi dico che è proprio brava, che eravamo tutti proprio bravi, anche se non ce ne rendevamo conto per niente. Non è storicamente e geneticamente specialità della Rai valorizzare le sue migliori risorse interne – potrei facilmente tenere una conferenza di un’ora su questo – ma spero proprio per tutti (e soprattutto per il pubblico) che, una volta tanto, Manuela continui a rappresentare una eccezione.

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