Ero di rassegna stampa il giorno dell’apertura di questo Parlamento e una delle foto ricorrenti era quella di Aboubakar Soumahoro con gli stivali di gomma verde, quelli di campagna per capirsi, tutti infangati. Solo il tempo ci dirà – dissi in diretta – se fra due anni quella foto sarà soltanto colore politico o diventerà la testimonianza di qualcosa di nuovo e di forte che sta nascendo. “Prudente attesa dei fatti” perchè sembra proprio essere questa la parola d’ordine che segna per tutti gli schieramenti, opposizione o governo che siano, il proprio tempo.
Soumahoro è intervenuto e ha parlato in aula per la prima volta. Al di là della gag del tu/lei che vale quel che vale, ha fatto un discorso serio, solido, importante. Ha dimostrato che la sua esperienza in questa Camera può portare almeno in parte quella dose necessaria di realtà che da troppo tempo manca. Gli stivali infangati, le botte del caporalato, le troppe ingiustizie e violenze viste o subite arrivano con forza in un mondo che sembra vivere la quotidianità solo attraverso il proprio riflesso in media molto spesso compiacenti quindi fuorvianti.
Lui ha citato Di Vittorio e si sarebbero capiti al volo. Proprio Di vittorio disse “Io non sono, non ho mai preteso, né pretendo di essere un uomo rappresentativo della cultura. Però sono rappresentativo di qualche cosa. Io credo di essere rappresentativo di quegli strati profondi delle masse popolari più umili e più povere che aspirano alla cultura, che si sforzano di studiare e cercano di raggiungere quel grado del sapere che permetta loro non solo di assicurare la propria elevazione come persone singole, di sviluppare la propria personalità, ma di conquistarsi quella condizione che conferisce alle masse popolari un senso più elevato della propria funzione sociale, della propria dignità nazionale e umana. La cultura non soltanto libera queste masse dai pregiudizi che derivano dall’ignoranza, dai limiti che questa pone all’orizzonte degli uomini: la cultura è anche uno strumento per andare avanti e far andare avanti, progredire e innalzare tutta la società nazionale”. Si sarebbero capiti, loro due, magari anche parlando in cerignolano. Vedremo ma con fiducia.