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Logbook 120 – Un’altra Tv

Scompare Angelo Guglielmi e un altro pezzo di tv italiana va via. Non era uno simpatico – aveva molti difetti ma questo gli era estraneo – però aveva solida cultura dirompente quanto bastava agli inizi degli anni ‘60, robuste amicizie politiche e una certa capacità di sopravvivenza nel finale di partita fra la Rai democristiana e quella comunista.

Arrivò a dirigere Rai3, il cui progetto originario – e era un bel progetto – venne stravolto dall’accordo fra il gruppo Fininvest e il Pci, tramite Valter Veltroni, storico socio di Massimo D’Alema nella ricerca cronica di un futuro, su cui coinvolsero intere generazioni non molto interessate. Gente insomma che ha sempre ricoperto molte parti in commedia.

Il progetto originario di Rai 3 era di Biagio Agnes che voleva dedicare al territorio italiano una rete tv. Poteva essere la vera novità degli anni ‘80 ma Silvio Berlusconi aveva un disperato bisogno della diretta per le sue reti e il Pci di contro voleva una rete tv solo per lui, visto che Rai 1 era democristiana e Rai 2 socialista.

Fecero dunque l’affare e ne furono contenti entrambi anche se il progetto di Agnes venne accantonato. Guglielmi mise un po’ di cultura e di verve nei paludati corridoi di Viale Mazzini, a quei tempi riferimento culturale e politico del Paese. Nuove idee coraggiose ma sempre entro certi limiti.

Si narra poi che uno dei personaggi della Terrazza di Scola fosse ispirato proprio a Guglielmi, in tempi in cui ancora appariva impossibile l’accordo sulla pelle di Rai 3. Sergio, che poi era Serge Reggiani, nel film uscito nel 1980, è un dirigente di Viale Mazzini, anoressico e depresso, con un futuro ormai passato di intellettuale raffinato, sempre meno considerato dalla sua azienda. Indimenticabile la gag della continua restrizione dei moduli del suo ufficio che poco a poco viene ridotto praticamente a un armadio a muro.

Era una TV di altri tempi, fatta di giganti se li si paragona al vuoto narcisista e autoreferenziale che pascola oggi nella TV italiana. Guglielmi era altro ma era tutta un’altra TV, se si pensa che i due autori del programma più popolare, quello a quiz di Mike Bongiorno, si chiamavano Umberto Eco e Furio Colombo e non erano degli omonimi.

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