Logbook 104 – Stai scherzando?

Partiamo da una scena che può apprezzare sicuramente al meglio chi abbia fatto parte di una troupe televisiva o che ne abbia vista operare qualcuna. La storia é venuta fuori qualche giorno fa, su mi pare Instagram, e non la conoscevo. Riguarda Stephen Hawking e dà un’idea della genialità non solo dello scienziato ma della persona. Insomma, va una troupe a intervistarlo nel suo ufficio e il solito tecnico un po’ imbranato – o forse non molto ferrato in scienza dell’educazione – stacca, senza chiedere, una spina dalla presa della stanza. Immediatamente Hawking si blocca senza sensi, gli occhi chiusi, sulla sua carrozzina ipertecnologica.

Ovviamente seguono i dovuti i momenti di panico mentre il povero assistente della troupe vede spalancarsi davanti l’orrore puro. Qualche secondo ancora poi Hawking rialza la testa, sorride e dice “In realtà avete staccato la presa del computer”.

La storia può avere molte morali a seconda dei punti di vista, compresa la perfida goliardia dello scherzo pesante di cui è ricco peraltro per tradizione il mondo dello spettacolo.

Paolo Alberti, ad esempio,il mondo dello spettacolo lo frequenta da una vita. È il suo lavoro da decenni e nel corso della sua carriera si è trovato a lavorare con i principali artisti italiani. È stato molto vicino negli ultimi anni della sua carriera ad Alberto Sordi, tanto per capirsi, visto che anche Sordi in fatto a scherzi, scherzava bene, basti vedere lo scherzo atroce fatto a De Sica, raccontato da lui stesso con somma perfidia.

Ero dunque in vacanza, qualche anno fa, con Anna e Luigi in un piccolo paesino storico (anzi fra i più storici della Romagna) arroccato in alto sugli Appennini verso il mare. Paolo ci venne a trovare da Bologna, trovando anche il modo e il tempo di parlare in privato alla titolare del piccolo albergo dove alloggiavamo – una donna anziana molto in gamba ma con una tendenza all’ipocondria piuttotosto accentuata. Le comunicò dunque, in via riservatissima, che io ero un notissimo cardiologo ma che ci tenevo in vacanza a rimanere in incognito. 

Mi costruì in due minuti una carriera da luminare internazionale dal cattivo carattere poi se ne ripartí per Bologna. Passai i pochi giorni che restavano delle vacanze, inseguito dalla suddetta signora armata di un dossier di analisi cliniche alto come un vocabolario, per chi si ricorda ancora i vocabolari. Quando le dicevo che non era vero e che Paolo aveva fatto uno scherzo, lei mi rispondeva che era proprio quello che lui le aveva detto che avrei risposto. Ho seriamente valutato l’idea di ucciderlo, prima della fine di quella vacanza.

In realtà ero già stato vendicato in anticipo proprio da Alberto Sordi. Tornavano all’alba da Firenze, dopo una prima cinematografica. Erano con la BMW di Paolo e Sordi – che non aveva voluto dormire a Firenze e aveva chiesto di tornare a Roma appena finita la serata d’onore – lo incitava a correre perché aveva sonno e voleva dormire a casa sua.

Sull’Aurelia – strada non facile per natura – all’altezza dì Grosseto, ovviamente é appostata una pattuglia della stradale. Fanno segno di fermare. Alberti inchioda qualche decina di metri dopo. Scende di corsa e, scusandosi fantozzianamente per la velocità, comunica ai due agenti abbastanza insomma insonnoliti di avere a bordo Alberto Sordi e che stanno cercando di tornare di corsa a Roma dopo uno spettacolo. Gli agenti sono perplessi e chiedono se veramente Sordi – Il Vigile! – si trova a bordo. Paolo allora gioca il tutto per tutto e lo chiama. La portiera di destra lentamente si apre e i due agenti vedono affacciarsi la faccia di Alberto Sordi che dice forte “e fategliela ‘sta multa che è mezz’ora che gli dico di non correre”.

Scherzi insomma. Per due anni, per Mediaset, con Massimo Caviglia, Stefano Disegni e Massimo Martelli lavorammo per Scherzi a parte, in due stagioni fantastiche, avendo come target i politici e divertendoci come pazzi. Ma questa è un’altra storia. Se trovassimo le immagini, la potremmo anche raccontare perché ce n’è di che.

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