Logbook 143 – Ma mi faccia ridere

Quanto sia necessario ridere a tutti noi, soprattutto di questi tempi, lo ho visto chiaramente l’altra sera al Podere Lesignano dove il Rotary mi aveva chiesto di invitare Dario Vergassola. Dario era per lavoro in zona e quindi è arrivato con David Riondino con cui ormai fanno coppia fissa in teatro e in tv. La serie “Non si batte il classico” che va ormai avanti da tre anni sulla Radiotelevisone di Stato sammarinese è un esempio di tv intelligente che si può fare senza attingere a budget mostruosi che – come spesso accade in cucina per le salse – servono poco a coprire i cattivi sapori.

Una serata atipica per il mondo Rotary ma che ha messo a fuoco tante cose. Il meccanismo inspiegabile, imprevedibile, della risata umana, in tempi dove l’ansia è una costante cronicizzata. Dario che è un ipocondriaco mondialmente riconosciuto e che sostiene di essere lui a avere inventato l’ansia, ha una frequentazione pressoché quotidiana con il pronto soccorso della città in cui si trova per lavoro o per diletto. Riondino racconta con sottile e raffinato sadismo le volte in cui Vergassola si è autospacciato per morto, inseguendo malattie che regolarmente lo rifiutavano a lunghissima distanza. Sono due amici e sono due artisti che sanno capire il pubblico, lo sentono a pelle, e quando serve, inventano sul momento, forti di una antica tradizione teatrale la situazione. E’ un’arte difficile che richiede una grandissima maestria quella dell’improvvisazione e ne sono entrambi maestri.

C’è una scena storica del cinema italiano per rendere chiara quest’antichissima arte dell’improvvisazione. me la raccontò Sergio Corbucci giovanissimo assistente di Steno in un film che ancora oggi è divertente e geniale. Si tratta di  “Letto a tre piazze”, con Totò e Peppino De Filippo, entrambi in forma smagliante. La storia è la solita pochade. Totò torna dopo tanto tempo, reduce dalla Campagna di Russia, e trova la moglie sposata con Peppino. Scattano una serie di equivoci finchè la sera tocca decidere chi dorme con la bigama involontaria. Alla fine si decide che i due dormono insieme e la congiunta dorme da sola. Loro entrano nella stanza da letto e si mettono a dormire. Qui, raccontava Corbucci, la scena nella sceneggiatura era previsto che finisse. Doveva durare pochissimo insomma. Invece. Invece due attori come loro si impadroniscono della scena e inventano una gag totalmente imprevista da tutti. Corbucci raccontava che a un certo punto l’operatore dalle risate fece ballare per un istante la camera e dovettero intervenire in montaggio per coprirlo. 

Far ridere è il regalo più bello che si possa fare, questo è indubbio e è un grande dono per chi lo possiede e lo sa regalare, come appunto Riondino e Vergassola.

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