Buona coscienza a buon mercato. Questo sembrerebbe essere il cuore di un fenomeno non originale certo ma che di questi tempi è diventato dilagante, forte anche dell’inondazione di opinioni non tutte esattamente adeguate alle aspettative, diciamo. I giornalisti lo hanno battezzato “benaltrismo” e il termine è quanto mai azzeccato.
In sintesi se qualcuno dice bianco, qualcun altro risponde che sì certo ma vuoi ignorare il nero? Se dici nero arriverà il grigio e via di seguito. C’è sempre un comodo “ben altro” che consente di liquidare urgenze e problemi mantenendo o pensando di mantenere in questo modo la coscienza a posto. La polemica così non parte neppure e il vagare come la biglia di un biliardo da una sponda all’altra garantisce la non risoluzione del problema.
Esempi di questi giorni sono l’aggressione di Putin all’Ucraina. Il problema è ben altro, L’Ucraina che non vuole la pace. Le donne manifestano in Iran? Il problema è ben altro perchè c’è il silenzio delle femministe sempre pronte a fare casino sulle stupidaggini. Eccetera e si potrebbe andare avanti a lungo ma come sempre quando, si è di fronte al benaltrismo, non si andrebbe da nessuna parte. C’è per la verità anche un’altra forma molto simile al benaltrismo – a proposito di buona coscienza a buon mercato – che si potrebbe chiamare “semelodiceviprimismo” ma lì vedi alla voce Jannacci.
Il benaltrismo è dunque l’arte minore della fuga ma occorre fare attenzione a non confonderlo con la polemica vera, quella dei professionisti che si richiama alla scherma o se vogliamo al meno violento tennis. Nel 1943 per esempio, a un pranzo alla Casa Bianca, Winston Churchill venne affrontato da Helen Reid, la cui famiglia possedeva il Chicago Tribune. Parlando della colonizzazione inglese, la Reid attaccò pesantemente sia il Premier britannico che la Gran Bretagna per il trattamento inferto agli indiani. Erano i tempi in cui il nome di Gandhi era ormai sulla bocca di tutti ma Churchill rispose freddamente “Prima di andare avanti vediamo di chiarirci. Stiamo parlando degli abitanti dell’India, quelli che sotto la benevola dominazione inglese si sono moltiplicati fino a essere uno dei popoli più numerosi del pianeta o degli indiani d’America che da quanto ne so si sono estinti?”. Punto e partita.

Tanto gustoso quanto vero. Per me è un piacere leggerti.