Tempi strani. Il regime russo del KGB e di Putin doveva prendere Kiev in due giorni e fare fuori Zelens’kyj. Xi Jinping dopo il Congresso doveva essere blindato e quindi avere il controllo pieno del Dragone. Il regime iraniano era sempre più solido dominando la scena mediorientale. Nel suo piccolo, al Mondiale, le squadre tradizionalmente forti dovevano dominare le più deboli, come di consueto.
Invece in Ucraina febbraio segnerà un anno da quella che si doveva chiamare operazione speciale secondo le tragiche buffonate del regime. In Cina le piazze manifestano per la libertà anche perchè il Covid ormai ha ripreso pesantemente terreno da quelle parti e nessuno ha voglia di déjà vu pandemici. In Iran ormai la rivolta popolare è travolgente perchè ormai è rivolta di popolo e quindi non la ferma più nessuno. Se poi si andasse a vedere quel succitato baraccone che è il Mondiale, gli outsider stanno comunque facendo la loro figura.
Insomma questo 2022 è un anno che non dimenticheremo facilmente per queste e per tante altre ragioni. Ci spiazza continuamente, ci sorprende, ci stupisce nel bene e nel male. È l’anno degli outsider? Difficile dirlo ma sembrerebbe proprio che questa categoria – solitamente sbeffeggiata – stia lasciando un segno ora che è quasi tempo di bilanci di fine anno.
Tutto sembrava scritto ma se rileggessimo, alla luce di oggi i giornali di un anno fa, resteremmo perplessi per la incapacità dei media e della politica di prevedere gli scenari persino a breve termine. Torna in mente una frase di un grande corrispondente da Mosca ai tempi della glasnost. “Quando c’era l’Unione Sovietica” diceva “non sapevamo nulla ma capivamo tutto. Ora invece sappiamo tutto ma non capiamo nulla”.
