Logbook 246 – Those are pearls that were his eyes

Proprio non riesco a scrivere della morte per acqua. 

So che è un limite ma mi rendo conto che il silenzio alla fine è l’unico modo con cui seguire chi il mare si prende.

Riprendo The Waste Land e rileggo Fleba il Fenicio, morto da quindici giorni, forgot the cry of gulls, and the deep sea swell.

Riprendo il VII Libro dell’Antologia Palatina, il libro degli epitaffi e tanti sono quelli di chi è morto per mare. Donne, bambini, marinai, sconosciuti dove la spontanea pietà di chi li ha raccolti e accolti diventa l’unico linguaggio concesso.

È tutto già scritto, secoli e secoli fa.

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