Logbook 269 – Statue, arte e moleskine

Esco presto dall’albergo di Montecatini per cercare – al solito – un quadernetto e una penna, visto che alle nove comincia il corso ai giornalisti toscani. Intervengono prima di me Enzo Camporini e Giorgio Battisti. Il generale degli Alpini lo avevo incrociato soltanto a distanza mentre con il generale Camporini – peraltro uno dei migliori Capi di SMD che abbia mai conosciuto – c’è ormai un antico rapporto di stima. Ci si rivede ogni anno ormai alla scadenza del Premio Cerruglio e è un appuntamento che fa piacere. Quest’anno a me tocca parlare dei media come sistema d’arma e l’argomento risulta di questi tempi di una certa attualità.

Così vago per una Montecatini indecisa fra pioggia e sole – durante il sabato poi darà spazio a entrambe le possibilità – alla ricerca di una edicola, una tabaccheria o quel che l’è. Trovo aperta una grande cartoleria fornitissima dove i moleskine sono di casa. Sono quadernetti comodi, indipendentemente dal fatto che siano ridiventati per l’ennesima volta una moda. Stanno in tasca senza problemi, ci si scrive bene e hanno pure una tasca in fondo che può sempre essere utile. Per un non breve periodo erano spariti ma per fortuna sono tornati a comparire nei negozi, il che è pur sempre una piccola buona notizia.

Tornando verso la sede dove si terrà il corso, incontro Giacomo Puccini che si gode l’inizio del sabato, seduto su una panchina, capelli al vento, la bombetta poggiata sulla panchina accanto a lui e la mano appoggiata pigramente sul bastone. La scultura di Aidyn Zeinalov è di quelle che prendono occhi e cuore. Il Maestro russo ha realizzato anche un Giuseppe Verdi che cammina per le strade di Montecatini, ricordando tempi in cui entrambi quei geni frequentavano Montecatini, pensando e scrivendo molte loro musiche.

Purtroppo qualche tempo fa, proprio Zeinalov fu protagonista di una delle polemiche più stupide degli ultimi tempi, quando un gruppo non so dire di cosa chiese al sindaco di Firenze Nardella di buttare giù la statua che lo scultore aveva dedicato a Dostoevskij e donato alla città. Alle Cascine la statua grazie al cielo è ancora lì mentre Dostoevskij è facile pensare che, se fosse vivo, sarebbe invece nella cella accanto a quella di Naval’nyj.

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