Gianni Bernard è uomo di mare e di memoria. Il suo mare è quello della Marina e della vela. La sua generazione è quella degli Straulino, dei Di Giovanni e di tanti altri marinai che alle spalle avevano la guerra e la durezza di una vita difficile. Siamo molto legati anche se ci vediamo ormai raramente. Una volta era normale a Traiano passare un po’ di tempo lui a parlare, io a ascoltare e diverse storie finite nei miei libri di mare le ho ascoltate da lui.
Ormai maddalenino dentro – come Volontè di cui parlavamo qualche tempo fa – vive a Roma e pensa al suo mare e ai suoi nipoti. Ricorda e ricorda bene il suo Corso, le sue esperienze in regate tirate all’ultimo respiro di vento o di mare. E’ una grande persona e la prima che su al Forte Stella mentre presentavamo il mio primo libro di mare mi definì scrittore e marinaio. Non so se sia vero anche se lui era come sempre sincero nel dirlo ma mi fece molto piacere sentirlo.
Ritrovo nel pc un suo ricordo che mi aveva mandato proprio di Mario Di Giovanni, ormai un mito per le nuove generazioni, e di Straulino. Il che non è poco. Ecco qualche frammento di Marina che Gianni Bernard mi racconta.
Mario è stato comandante alla classe di un corso del Collegio Morosini. Suo compito più sentito era il formare nei “suoi ragazzi” lo spirito di corpo, una delle frasi principali per spingerli a discutere i problemi all’interno del corso era “i panni sporchi si lavano in famiglia”. Un giorno un allievo durante la franchigia aveva “rimorchiato” e la fruttuosa caccia aveva lasciati chiari segni sulla divisa del fortunato. Rientrato in collegio aveva portato la divisa in lavanderia in forma molto nascosta. Dalla lavanderia, capito di che si trattava, informavano il Comandante. Chiamato il malcapitato (che si sentiva ancora bencapitato) lo apostrofò con “perché ha mandato in lavanderia la divisa in queste condizioni” pronta risposta. “comandante è lei che ci ha detto che i panni sporchi si lavano in famiglia”. Il giovane è diventato un dirigente di industria. Nel 1965 il corso del Morosini andò in crociera sul “Vespucci”. Comandante alla classe Mario di Giovanni Comandante della Nave Agostino Straulino! Breve giro in Mediterraneo con sosta a Palma di Maiorca. La sera prima della partenza un allievo non rientra a bordo al termine franchigia. Notte insonne preoccupata per il comandante alla classe: la nave doveva partire alle otto del mattino. Verso le sette del mattino ritorna a bordo il colpevole ed è apostrofato con “perche torna a bordo a quest’ora?” risposta “perché se tornavo più tardi perdevo la nave che deve partire alle otto”. Con equipaggio schierato, alla presenza del comandante della nave, venne comminato al reo un rimprovero solenne (i giri di chiglia sono stati aboliti) con aria schifata degli ufficiali e occhi di invidia degli allievi.
Trent’anni dopo il reo in un incontro con l’Ammiraglio Straulino ricordando l’esperienza di navigazione sotto il suo comando confessò: “io ero quello…” Risposta di Straulino “Tu eri disgrasiato!”
