Logbook 45 – Il mare dall’Endurance a Agnelli, via Soldini

Così l’Endurance c’è ancora e sta compatibilmente bene, surgelata in un mare gelido con un tetto di ghiaccio là in alto, tremila metri sopra di lei. La nave è famosa, ha una storia e ha ancora più storia, con il suo equipaggio, il suo comandante Ernest Shackleton. L’Endurance era un veliero a tre alberi con un motore ausiliario, varata nel 1912 in Norvegia. Shackleton la acquistò nel 1914 e nonostante fosse – e lo dimostrò – un marinaio straordinario, fece un errore imperdonabile da sempre in qualsiasi porto del mondo, cambiando il nome originario (!) della nave, “Polaris”, in “Endurance”, resistenza.

La storia è nota, raccontata benissimo fra l’altro da Alfred Lansing, bel libro da leggere o da rileggere. Resta come esempio, questa storia, di come il destino sia nelle mani di chi vuole averlo e – se il carattere di un uomo è il suo destino, come volevano i Greci – Shackleton di quel destino ormai segnato, suo e del suo equipaggio, seppe impadronirsene con il suo carattere, attraversando un mare impossibile e tornando immediatamente a prendere i suoi uomini, accampati nell’inferno glaciale dell’Elephant Island. Non ne perse nessuno.

Il Mare – come la Montagna di cui è a tutti gli effetti fratello – racconta storie che, a saper ascoltare, diventano leggende. La sfida che vede quasi sempre vincente la Natura, a volte – anche se non spesso – capita sia vinta dal più debole. Se si volesse trovare o adattare una legge nota per altri contesti si potrebbe dire che un terzo in questi casi dipende da noi, un terzo dalle circostanze e un terzo dalla fortuna. Se tutte e tre queste componenti si allineano come pianeti, allora è possibile che l’impossibile accada. Il mare è così.

Solo poco più di venti anni fa, altro esempio, a Giovanni Soldini riuscì un vero e proprio miracolo, trovando in pieno oceano Isabelle Autissier che aveva scuffiato durante il World Around Alone del 1999. Una impresa anche questa allora impossibile, senza le tecnologie di oggi, che mise fra l’altro ancora una volta in evidenza la legge più antica di chi va per mare: prima di tutto soccorrere, senza se e senza ma. Sembrava dunque impossibile che Giovanni Soldini trovasse e soccorresse Isabelle Autissier eppure ci riuscì, spiazzando persino l’Avvocato che di mare e di vento in fondo un po’ se ne intendeva. L’unico marinaio capace di trovare una donna anche in mezzo all’Oceano, commentò infatti beffardo ma ammirato Gianni Agnelli che comunque, oltre che di vento e di mare, aveva una certa esperienza anche in fatto di donne.

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