Logbook 51 – Spring in the air

Spring in the air, scrive la Brasserie Blanc, comunicandomi via mail prossimi menu ed eventi. La Brasserie Blanc è un localino non male di Portsmouth che invademmo con mezzo equipaggio del Vespucci una sera dell’agosto 2018. Arrivavamo da Amburgo – con a bordo un gruppo di giovani che si rivelò poi essere, nel corso della navigazione, un imprevedibile Akraton – e eravamo diretti alla ex base dei sommergibili nazisti di La Rochelle. Tappa quindi a Portsmouth, doverosa per chi va per mare. Serata piacevole e, anche se dubito che personalmente possa mai tornarci, non ho mai cancellato la mia mail dalla loro lista. È pur sempre un pro memoria e perdippiù oggi mi avvisa che la primavera è nell’aria. 

Anyway, sarà pure nell’aria ma è nuovamente una primavera strana. A parte il fatto che, almeno qui, fra Montefeltro e Adriatico, fa di nuovo freddo e i giorni che arrivano non promettono granché almeno come meteo. La stagione è stagione di missili, di bombe, di guerra, dove la primavera (gentile per definizione) fatica a trovare spazio. 

Un intero Paese invaso che si difende. Un leader ex comico sulle cui capacità politiche e umane pochi scommettevano due anni fa che diventa leggenda. Ho bisogno di armi – dice agli americani che gli offrono una via di fuga – non di un passaggio, e ci vedi Clint Eastwood a dirlo, gli occhi semichiusi e le labbra sprezzanti. Di contro, un altro leader, tradito da se stesso prima ancora che dai suoi terrorizzati collaboratori, che ha creduto alle balle che gli raccontavano a corte. Sarà una passeggiata, gli dicevano. Ci accoglieranno a braccia aperte, gli dicevano. E – fra loro invece – chi glielo dice a quello che i soldati sono soldatini, che la corruzione ha devastato l’esercito russo, che gli ucraini – sangue cosacco – combatteranno casa per casa? Chi glielo dice a quello? Così, da un mese la potente armata non si muove mentre i bombardamenti lacerano l’immagine della Russia del suo capo, facendola scivolare sempre di più verso la palude dei Rogue States. 

L’abitudine all’orrore, grida Shakespeare nel suo Giulio Cesare. Di fatto proprio questo c’è di incredibile. Con che facilità ci abituiamo all’orrore, chiudendo gli occhi come fanno i bambini davanti al pericolo o dando e accettando spiegazioni improbabili ma comode per non affrontare la realtà. I regimi sempre e ovunque si nutrono di orrore, il cemento che tiene insieme le mura della paura senza le quali nessun regime regge. 

Eppure anche quest’anno spring is in in the air. Portsmouth è lontana ma lo stesso lo dicono, qui intorno, anche i fuochi di San Giuseppe, antichissimo rito contadino, dalle colline fra Romagna e Montefeltro. Esco da casa nel buio per vedere il grande rogo che saluterà l’inverno, nel piccolo piazzale di Chiesanuova in mezzo al verde e al silenzio, in un panorama incredibile anche a quest’ora. Stanno accendendo l’enorme falò fra bambini che corrono, musica, vin brulè. Allegria discreta ma senza tristezza. Coscienza dei tempi, più che altro. 

Guardo il fuoco, ormai altissimo e vivo, e per la prima volta credo di vedere, di capire, lo maggior corno della fiamma antica. Lo vedo forse come lo vedeva – magari proprio in una sera e in una circostanza simile in Romagna – il suo originale interlocutore. Vedo realmente il fuoco dimenarsi, dividersi in fiamme e la fiamma più alta agitarsi come per parlare, anche se – grazie a Dio o a chi per lui – questa volta non lo fa. Le tragedie passano, a prezzi altissimi, ma passano e ne sono passate tante. A confronto della peste del 1348, in fondo il Covid è storicamente poca cosa. Ciò che resta invece è quella fiamma antica che la mia infanzia cittadina scopre questa sera, mentre racconta e spiega la congenita maledizione umana del cercare di conoscere, del cercare di capire. Racconta il viaggio per divenire esperti e de li vizi umani e del valore, che poi è probabilmente l’unico viaggio che meriti realmente di essere fatto.

Rispondi

Scopri di più da Ferian

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading

Scopri di più da Ferian

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading