Logbook 136 – Tsushima

Quando viene fuori – e viene fuori relativamente spesso solitamente davanti a una o più birre – l’argomento “libri e mare”, le fazioni si scatenano e non a torto. Infatti c’è molto, moltissimo a cominciare dall’Odissea di Omero passando per Virgilio e poi Conrad, Stevenson, Melville e tanti altri. Il mare è presente in migliaia di pagine stampate e non è un caso.

C’è però un libro che è importante ricordare, anche se a volte capita – nel sentire il titolo – di vedere sguardi a punto interrogativo da parte di qualche interlocutore. Eppure dovrebbe essere obbligatorio conoscerlo, in particolare per i ragazzini del Morosini e per i loro fratelli più grandi di Livorno e di ogni altra Accademia navale. Si tratta di un libro con una certa età anagrafica ma che mantiene vivissima la sua capacità di raccontare, di fare storia, di vivere il mare attraverso la sua esperienza più brutale, la guerra.

Frank Thiess scrisse “Tsushima. Il romanzo di una guerra navale” a metà degli anni 30 del secolo scorso. Racconta la storia della flotta russa del Baltico che deve accorrere a contrastare quella giapponese fino allo Stretto di Corea, dall’altra parte del mare. La battaglia in cui verrà distrutta dalle navi dell’ammiraglio Togo avvenne il 27 e il 28 maggio del 1905. Fu uno scontro navale unico a suo modo fra due flotte, una delle quali aveva attraversato metà del pianeta per arrivare a quell’appuntamento finale.

Thiess è storico che sa raccogliere i documenti, analizzarli e raccontarli tessendo una trama che si snoda riga per riga, quasi fosse un giallo e sapendo andare di sintesi, quando é necessario. Dei russi e della Russia scrive per esempio: “Era una caratteristica russa di lasciare che le cose andassero come volevano, salvo poi meravigliarsi se non andavano come si desiderava”.

Il mare, la grande battaglia, sono pretesto per capire gli uomini che fanno e subiscono la Storia. Scrive più avanti: “La natura fa sorgere valori morali solo nelle difficoltà della vita. Soltanto i popoli che vivono in continuo pericolo sono realmente sicuri, perchè essi non cercano più la sicurezza, ma la forza morale, che sola allontana i pericoli”. Sono parole che pesano e non soltanto nel contesto di una delle più importanti battaglie navali che siano state combattute sui mari.

C’è sempre il mare in questo libro ma ci sono anche i marinai delle navi da guerra – russi o giapponesi che siano – e ci sono i loro comandanti, i loro ammiragli. “Tsushima” è un libro da leggere o da rileggere per chi ama leggere storia, storia ben documentata e ben narrata ma anche per chi ama i racconti che il mare porta con sè.

Una opinione su "Logbook 136 – Tsushima"

  1. Bellissimo. Lo lessi la prima volta a dieci anni. Veramente un libro rivelatore sulla filosofia strategica russa. Avrei dovuto rileggerlo di recente, prima di fare alcune considerazioni (sbagliate, come quelle di tanti altri prima del mese di marzo) sulle potenzialita’ militari russe e riportarle nel mio libro su Sunzi.

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