Che due maroni, direbbero dalle parti in cui scrivo e in cui vivo. La polemica che leggo su giornali e web sulla Ministro/a (fate voi, che non se ne può più neanche di questo) Roccella è di una noia mortale. Per quel che può valere e non per mettere le mani avanti, non posso dire che siamo mai stati amici. Cominciammo insieme a Radio Radicale, leie Loredana Lipperini cui sono rimasto molto affezionato nonostante non ci si veda da una vita, bravissima in radio già da allora. E poi una altrettanto brava autroungarica Marina Nemeth con Marco Taradash, Paolo Liguori – anche lui poi discreto slalomista – e Massimo Bordin, Valter Vecellio e tanti altri. Dirigeva il tutto Lino Jannuzzi, la migliore vecchia scuola e quindi grand viveur. Tranne lui, eravamo ragazzi.
Eugenia – che allora per noi era Genni, come la chiamava il padre che aveva fondato il Partito Radicale – si occupava della appena arrivata tv insieme ad altre ragazze della redazione, nella casa di Bruno Zevi e sempre sotto la direzione di Jannuzzi. Era il 1979 e come dicevo noi due non eravamo particolarmente legati. Differenza diciamo di classe con lei, nata da una femminista storica e tostissima e da un padre della patria radicale, cresciuta letteralmente sulle ginocchia di Marco e dello stesso Lino, era altro da molti di noi compreso il sottoscritto che invece lì dentro eravamo poveri di certezze e non solo di quelle.
Lei era tosta, sicura, magari forse con un pizzico di divertente arroganza femminista un po’ snob che a quei tempi – tempi duri dove le femministe erano presenti e pesanti ovunque – era un marchio di fabbrica. Comunque la vicinanza lavorativa durò poco. Lei andò a fare altro, non so cosa. Io andai a seguire la tv dopo che Jannuzzi e la sua squadra avevano lasciato e la vita andò avanti. La ho rincontrata poi qualche anno fa quando dirigevo la comunicazione sociale della Rai e facemmo non so che conferenza stampa insieme mi pare nel radiofonico studio 2 di via Asiago. Ci rivedemmo con piacere – almeno per me – anche se le sue posizioni erano un po’ cambiate.
Niente di male in questo, anzi, anche perchè se c’è una cosa che non si può dire di Eugenia Roccella è che le sue posizioni siano condizionate da interessi. Oggi dice quel che dice, perchè ci crede, il che sotto certi aspetti potrebbe anche essere più preoccupante perchè quelli che sono sul mercato (non pochi probabilmente nel mondo della politica e dei media anche se avranno anche loro i loro problemi, tipo di questi tempi come cambiare i rubli) sono più duttili.
La quondam Genni oggi dice certe cose ma capisce ancora molto probabilmente anche la lingua laica, per averla imparata da piccola e da ottimi maestri. Se avrà capacità di dialogo e di attenzione, di rispetto delle diversità con il rigore morale che ha da sempre, potrebbe anche dare delle sorprese. Altrimenti finirà in crociate perse che non aiuterebbero nessuno e men che meno Governo e Paese. Forse in queste ore una rilettura attenta per esempio dei discorsi di Franco Roccella alla Camera non dico potrebbe aiutarla a cambiare le sue posizioni ma quanto meno a farle capire meglio quelle degli altri.
