Resta un mistero assoluto perché sia così difficile parlare di mare in Italia, in un Paese che è praticamente il molo del Mediterraneo. Sempre difficile, sempre complesso, il Mediterraneo sembra essere l’ombra di Banco, invisibile ai più, che diventa notizia solo quando si trasforma in cimitero. Non è ovviamente qui il caso di soffermarsi su come il programma è gestito ma il puzzle che stiamo costruendo a Radio Radicale sul Mediterraneo è la prova provata che l’argomento, oltre che vasto appunto come il mare, oggi è letteralmente vitale per le sorti italiane e del pianeta.
I tagli degli incontri radiofonici sono diversi. Dall’economia del Mediterraneo affrontata da Alan Friedman al ruolo delle forze subacquee nei conflitti con l’ammiraglio Roberto Camerini, dalla cantieristica italiana come eccellenza raccontata da Maurizio Anzillotti alla chiave storica del mare più storico del mondo, delineata dal prof. Egidio Ivetic. Merita attenzione anche chi opera con responsabilità nell’ambito della promozione della cultura del mare, come ad esempio la Lega Navale, con il suo presidente l’ammiraglio Donato Marzano, così come non si può non affrontare la vera e propria rivoluzione in corso nella logistica delle portualità in tutto il Mediterraneo, con progetti e soggetti impensabili anche solo venti anni fa, analizzata da Paolo Ghersina. Sulle specificità ambientali sono intervenuti gli esperti di Greenpeace del calibro di Alessandro Giannì mentre Sergio Scandura racconta il Mediterraneo dei media, inchiodato alla pelle dei naufraghi. Tanti altri aspetti sono in attesa di essere affrontati. Questa settimana ad esempio sarà Umberto Felci, uno dei più affermati designer della nautica internazionale, a raccontare un contesto che nel 2022 ha incrementato il proprio bilancio del 31% – dicesi 31%, per capirsi bene, oltre sei miliardi di euro – rispetto al 2021.
Insomma di cose a volerle raccontare, ce ne sarebbero e sarebbero anche molto importanti ma scatta quel muro così del mare se ne parla poco e purtroppo non raramente male. Tantissimi soggetti operano ma alla resa dei conti sono incapaci di coordinarsi e di andare al di là del loro specifico, rendendo difficile qualsiasi ipotesi di creare una rete completa di informazione, a tutto tondo come si diceva una volta. Un altro piccolo grande merito dunque – e ne sono responsabili Alessio Falconio e Ada Pagliarulo con il supporto operativo di Barbara Alfieri – sono queste pagine parlate di mare in una radio che ha la storia di RR, ancora una volta pronta a sfide che in molti preferiscono ignorare.
