Logbook 239 – E che sarà mai?

Chi gli era vicino in qualche modo, sapeva da Natale che qualche problema c’era. Non sembrava nulla di grave anche se il suo cuore stava come stava. La notizia mi arriva da Antonello de Fortuna quasi in tempo reale mentre sto guidando e mi lascia fermo a un lato della strada, le quattro luci accese. Il fatto è che Maurizio c’era sempre stato e sembrava ci fosse sempre. Dai momenti in cui molti di noi tanto tempo fa si affacciavano a questo strano mestiere in cui lui ci era Maestro di cose rare nel settore come intelligenza, di ascolto, di rispetto, da sempre insomma noi sapevamo che c’era.

Ci furono momenti bellissimi, con le file fuori dal Parioli ma due minuti lui li trovava sempre, in camerino, prima o dopo lo spettacolo. Lo ha seguito per oltre quarant’anni, diventando rapidamente molto più di un collaboratore, Valentino e immagino cosa stia passando lui in queste ore, quando il fiume di memoria straripa. Ci furono poi i momenti meno esaltanti.

 Quando accettai, in Rai la sfida di San Marino, Maurizio fu il primo che sentii. In quel momento il nome di  Maurizio Costanzo non sembrava andare più di moda e molti di quelli che oggi lo piangono – anche ma non solo a San Marino – si esibivano nel loro peggio dandogli dal piduista al vecchio bollito dall’eloquio incomprensibile. Lui era rinchiuso nel piccolo ufficio di via Boezio, circondato dal suo piccolo gruppo di fedelissimi e faceva effetto vederlo isolato, quasi una presenza scomoda, soprattutto da quelli che ai tempi del Costanzo Show lo inseguivano accattonando una presenza sia pure minima sul palco. Andai con Paolo Alberti e rientrando sapevamo entrambi che sarebbe stato un aiuto prezioso.

Lui si divertì molto a questa nuova sfida sammarinese un po’ per affetto nei miei confronti, un po’ perché in quel momento era di una altra sfida che aveva bisogno. Già un’altra volta – quando aprimmo nel 1987 quel Tg che divenne storico a Teleroma 56 – si era messo a disposizione con i suoi consigli e la sua attenzione e fu un successo.

Fu così anche nel 2013, anno infernale, in cui la Radiotelevisione sammarinese non aveva neppure ottenuto il finanziamento italiano che le era dovuto (e che per la cronaca arrivò con un anno di ritardo). Fu il primo che contattai e nel primo Galà dove la programmazione era quel che era – viste le difficoltà – ci mise la faccia insieme a altri vecchi cari amici come Luca Zingaretti, Luciano Onder e poi Pippo Baudo. 

Nel corso degli anni realizzò per noi una straordinaria autobiografia televisiva, “Scusi mi racconta…”. Furono oltre dieci ore in cui raccontò tutta la sua vita, dagli inizi alle sue amicizie a tutto ciò che era dentro e intorno a lui. Molto probabilmente è il racconto più organico e completo che lui abbia fatto di se stesso e anche in questo caso fu Valentino Tocco non solo il regista ma l’anima di quella bellissima esperienza. 

Oggi con lui c’è da chiedersi se non sia morta anche la televisione, come noi la intendevamo. Quella tv che si vedeva insieme, rispetto alla frammentazione di oggi e alla enorme, eccessiva, offerta di programmi mentre il pubblico va sempre più sparpagliandosi in rivoli. Allora non era così perchè era un appuntamento e, se te lo perdevi, era perso. Certo il MCS aveva la replica la mattina ma oggi sarebbe incomprensibile non vedere il programma che ti interessa all’ora che vuoi tu e come lo vuoi tu. 

Quella tv – che poi era la nostra tv – stava già scomparendo per trasformarsi nell’attuale circo a mezze figure. La scomparsa di Maurizio Costanzo che quella TV la ha formata e abitata è solo un modo per rimanerne ulteriormente colpiti. C’erano tempi in cui una battuta di Maurizio Costanzo segnava il successo di uno spettacolo, di un libro (il primo Montalbano “Compratelo. Se non vi piace vi rimborso io”). Aveva una straordinaria esperienza e – anche se a volte non lo manifestava – un grandissimo cuore. 

Era isolato in clinica da parecchi giorni ormai quando la settimana scorsa al telefono Valentino e io scherzavamo sul solito ben noto paziente impossibile che era in quei giorni. Pensavamo fosse indistruttibile. Resta ancora l’esplosione nelle orecchie e quando ci arrivò poco dopo al Parioli prima la notizia che stava bene  e dopo quella dell’avvenuto attentato. 

Restano quegli oltre cinquant’anni di attenzione, con quello sguardo da sotto in su, gli occhi divertiti – l’orrore puro della noia – e il sorriso romano mentre al solito stava per dirti “E che sarà mai?”. E che sarà mai?

Tutte le puntate di “Scusi mi racconta…” sono disponibili qui: https://www.sanmarinortv.sm/programmi/scusi-mi-racconta-2013-2017-p29

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