Logbook 254 – La Minerva Superstar

E così La Sapienza – lo Studium Urbis – per il terzo anno è prima al mondo per gli studi classici. L’Ansa segnalava mercoledì infatti con evidenza quanto emerge dall’edizione 2023 del report QS World University Rankings e fa piacere se quello scatolone di marmo bianco attrezzato di panchine travestite da scale rappresenta una grande parte della tua vita.

Chiudi gli occhi e tornano gli anni ‘70. Il ‘77 in cui l’Università romana era praticamente la nostra quotidianità, dove mangiavamo, studiavamo, leggevamo, giocavamo e qualcuno si sparava pure. Alla fine di quel decennio mi laureai con lode sul documento autografo romano nell’Alto Medio Evo.

La paleografia latina era Armando Petrucci che poi sarebbe stato uno degli incontri determinanti della mia vita mentre quella greca – che oggi avrei difficoltà non dico a leggere ma anche solo a guardare – era un altro grandissimo come Guglielmo Cavallo. Triennalizzai entrambe le materie e di fatto triennalizzai – il terzo anno non contò ai fini della laurea che consentiva solo due triennalizzazioni – Latino Medievale con un altro di quegli incontri fortunati che capitano nella vita se sai accorgertene e era Gustavo Vinay, il più grande storico della letteratura latina medievale. Erano lezioni magistrali perchè erano Maestri nel senso più proprio del termine. Armando Petrucci era attento a non lasciare nessuno indietro, Gustavo Vinay procedeva con il suo passo delle valli e delle cime valdesi e ci voleva fiato per stargli appresso. Ricordo l’anno in cui uscì Alto Medioevo Latino, la sua opera conclusiva di una vita di studi e quanto sviscerammo in quell’anno quel volume che ancora oggi resta una pietra di volta per gli studi medievali.

Fa piacere insomma che la tua vecchia Università sia al top mondiale per materie che sono state anche tue – e molto – anche se  eri certo che sarebbe servita a poco quella laurea inseguita con passione, con  l’innamoramento selvaggio per un Medio Evo pieno di storia e umanità, di cultura e di grandezza, sfregiato solo superficialmente da quel “secoli bui” risibile per chi ne conosce un minimo il percorso. Non pensavi ti sarebbe servita quella laurea e comunque hai proseguito lo stesso per altri venti anni nelle ricerche di quell’Alto Medioevo che scriveva e sapeva scrivere, fra codici e pergamene, da una biblioteca all’altra, da un archivio all’altro, sempre accanto a Armando Petrucci. 

Quello frequentato di più fra gli archivi fu proprio quello statale che era ancora – per i documenti più antichi – a Sant’Ivo alla Sapienza che poi era la sede originaria dello Studium Urbis, prima che il fascismo costruisse la Città Universitaria. Uscivi dalla grande sala di lettura al piano per entrare direttamente nella loggia, dopo ore inchiodato su scritture apparentemente illeggibili che lentamente si mettevano a fuoco e che poi cominciavi a leggere miracolosamente senza difficoltà. Dalla loggia, bicchiere di sedicente caffè in mano, guardavi la cupola borrominiana e tutto allora sembrava possibile.

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