Appena uno si riprende dalla scoperta culturale del secolo, ecco che viene tramortito da un’altra rivelazione. Il gruppo di geniali cervelli – che questo Paese con tutta umiltà peraltro non si merita – è lo stesso e lascia segni indelebili fra storia e cultura. Cominciamo dalla prima scoperta. Noi che abbiamo amato Baudelaire, intuivamo che dietro la sua vita e la sua poesia c’era mistero. La sua insana passione intellettuale per Edgar Allan Poe per esempio ci faceva pensare e certe sue poesie si rivelavano ambigue, sconcertanti. Il mistero c’era e finalmente grazie a un genio è stato svelato.
Solo dunque grazie a Rocco Casalino – che probabilmente starà lavorando a un testo in merito che cambierà la storia della letteratura occidentale e che lo porterà ragionevolmente fra gli Immortali dell’Académie – siamo venuti finalmente a conoscenza che uno dei capolavori della letteratura mondiale come Madame Bovary in realtà è di Baudelaire e non come avevamo stupidamente pensato fino a oggi di Flaubert che evidentemente se ne era appropriato proditoriamente. Vero è che di contro Flaubert – o forse Balzac, ancora non è stato chiarito – sembra sia l’autore di un altro capolavoro, Il Conte di Montecristo, erroneamente attribuito a sua volta a Dumas père ma sono ricerche casaliniane in corso che non sarebbe giusto anticipare.
Appena riposizionatici sulla baudelairiana Emma Bovary, ecco dunque che il più stretto collaboratore di Casalino, l’avvocato Giuseppe Conte, nell’aula di Montecitorio di fronte ai colleghi deputati, rivela – leggendo un testo di livello adeguato – un’altra sconvolgente notizia. Giulio Andreotti non è scomparso come si pensava per diciamo sopraggiunti limiti di età, dopo una vita piena di avventure e di vicende, ma è stato soppresso da Benito Mussolini, tramite si immagina un lascito testamentario a qualcuno dei suoi numerosi e pimpanti accoliti.
Che Andreotti fosse malvisto dal regime fascista per le sue frequentazioni vaticane già giovanissimo e che Mussolini nella sua genialità aveva immediatamente intravisto in quel bambino intelligente, spiritoso e occhialuto un pericolo presente e futuro per la Nazione, è ormai storia e storia parlamentare. Il mandato del Duce – Duce, noi tireremo dritto, anche se con i nostri tempi, ci capisca – è stato pertanto eseguito.
Giulio Andreotti ovunque sia, conoscendolo, sorriderà, sentendo Conte che rivela il suo omicidio, magari mormorando che una smentita è una notizia data due volte e che quindi per lui sarebbe meglio evitare di smentire questo imprevedibile assassinio a scoppio ritardato. Il più perplesso in tutta la vicenda – anche lui ovunque sia – resta Giacomo Matteotti e non del tutto a torto.

Ci sarebbe da ridere. Se quei personaggi non avessero un cosi’ largo seguito. E pensa che ora avranno a disposizione ChatGPT per scriversi i discorsi (ma forse l’AI riuscira’ a sopperire alla scarsa NI e ad arginarli?).
La voce bassa e’ forse l’unica cosa che non c’e’ bisogno di perdonare a quel personaggio.