“Di mare, barche e marinai” è un libro di mare molto particolare. Racconta cento storie legate ai tre soggetti del titolo, interconnessi fra loro ma pur sempre con identità autonome. Un lettore che è andato molto per mare ma che da tempo non naviga più, mi dice di averlo letto nei giorni scorsi e che gli ha ridato improvvisamente tutta la voglia e il piacere di andare per mare.
Questo credo sia il complimento più bello che si possa fare a chi scrive in quella nicchia piccola ma esigente, composta da chi ama i libri di mare. Che poi, intendiamoci, è sempre il solito discorso. I libri o sono belli nel senso dello scritti bene e in cui chi scrive e chi legge si uniscono in comunità – la vecchia lezione di Borges – oppure è solo carta stampata. Quindi un bel libro non si qualifica dal genere ma dalla sua qualità. Andrea per esempio non gradiva molto quando gli davano del giallista per il suo Montalbano così come Joseph Conrad – Conrad! – liquidato dai suoi critici come un marinaio che scrive cose dilettantesche, sarebbe assurdo definirlo semplicemente uno scrittore di mare. L’elenco di questa categoria sarebbe peraltro lungo visto che potrebbe andare da Omero – o perché no dalla Bibbia o da Ghilgamesh – in poi.
Scendiamo di quota – e di parecchio – e torniamo a “Di mare, barche e marinai”. Fu un piacere scriverlo e un piacere vederlo pubblicato nella Biblioteca del Mare, straordinaria collana editoriale inventata da un grande editore come Ugo Mursia. Fra Moitessier, Tabarly e tanti altri classici – Conrad compreso – insomma fa piacere e ci si sente un po’ inadeguati come è giusto che sia perché i classici sono classici ovvero qualità nel tempo.
Il mio editore era Longanesi che aveva già pubblicato “Boatpeople” e “Mollare gli ormeggi”, andati entrambi molto bene in libreria. Poi però la sua collana dedicata al mare ridusse drasticamente i titoli e l’attesa per la pubblicazione sarebbe stata lunga. D’accordo con lui lo proposi a Mursia che lo inserì subito e volentieri nella sua collana storica e dopo ormai qualche anno continua a girare e a trovare lettori nelle librerie italiane.
La copertina la devo a Ivo Milazzo, cui l’amicizia che mi lega è solida anche se ci si vede e ci si sente poco. Sicuramente l’uomo di mare che ogni ligure è e la capacità di raccontare con pochi tratti una storia a me personalmente sanno di magia ma Ivo è così e chi ha convissuto ai suoi tempi con Ken Parker sa bene di cosa stiamo parlando.
Il tutto per dire che se un lettore dice che un libro sul mare restituisce la voglia di andare per mare, uno capisce che la fatica – anche fisica ed è tanta – di scrivere un libro ne è valsa la pena. Lo ringrazio molto per questo.
