Logbook 248 – Come eravamo

La vicenda fece parecchio rumore a Roma quando accadde. Teleroma 56 era ancora nel garage di Bruno Zevi, fra pile di preziose riviste di architettura che arrivavano da tutto il mondo, mentre “Ultimo tango a Parigi” era ancora condannato dai tribunali italiani alla dannazione eterna. Persino il possesso di una locandina veniva infatti punito severamente dalla legge. Tempi così.

L’idea prese corpo e ci mettemmo alla ricerca di una copia pirata. La trovammo in francese in vhs e un amico la portò da Parigi clandestinamente in treno. Organizzammo tutto e quel giorno i giornali pubblicarono il nostro comunicato in cui annunciavamo una intervista in esclusiva a Marlon Brando e a Maria Schneider. Di più non potevamo nè fare nè dire, fidando sull’intelligenza del pubblico. Invitai dunque Francesco che allora era parlamentare e segretario del PR a presentare con me il film e ad aspettare l’arrivo prevedibile e previsto della polizia che regolarmente arrivò alla fine del primo tempo. Fu peraltro la prima ma non l’ultima volta che mi ritrovai con la polizia in studio ma sono state sempre esperienze fatte di rispetto reciproco, vista la coscienza da parte di entrambe le parti che ognuno stava facendo ciò che riteneva il suo dovere.

Identificazione, sequestro del corpo del reato, stretta di mano e le due auto biancoazzurre – colore sicuramente apprezzato peraltro da Francesco che nella vicenda fu bravissimo – si allontanarono lampeggiando nella notte. 

Non pensavamo di avere risolto i problemi della censura in Italia ma nel nostro piccolo un minimo segnale avevamo cercato di darlo. Sei anni dopo, nel 1987, il film fu scarcerato, diventando uno dei maggiori incassi in assoluto del cinema in Italia e restando il capolavoro che è.

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