Logbook 270 – I cognati di Diabolik

Storia vera, mi assicura Eddy Ottoz. E’ un amico di quelli che ci sono, anche se non lo vedo da una vita ma ne conosco anche la profonda perfida struttura goliardica comprovata da decenni di pratica. La storia pare comunque sia vera. Ieri mattina, pochi istanti prima della chiusura del tunnel del Monte Bianco per credo lavori di manutenzione che dureranno un paio di mesi, due italiani provenienti dalla Francia con uno scassatissimo camper hanno imboccato il tunnel per tornare in Italia. 

Il fatto che non ci fosse nessuno in giro, che le postazioni del tunnel e i relativi caselli fossero chiusi, che in giro ci fossero solo poche auto di servizio eccetera non ha però insospettito i due diabolici viaggiatori. Si fanno quindi tutti i dodici chilometri del tunnel senza incontrare anima creata. Probabilmente verrebbe da dire che non hanno uno sviluppato spirito di osservazione ma questo è, e poi in fondo lo spirito di osservazione non è che sia obbligatorio per legge. 

Superati i dodici chilometri del tunnel in beata solitudo – sola beatitudo, come dicevano i monaci medievali – escono dal lato italiano del tunnel ma vengono beccati da una pattuglia della Polizia che controlla il tunnel e che ovviamente li ferma. Non avete letto gli avvisi, chiedono gli agenti perplessi ma i due viaggiatori – i cui nomi non sono Fantozzi e Filini solo per caso – annaspano e balbettano. Gli agenti si insospettiscono e decidono di dare una occhiata un po’ più approfondita al camper. I due secondo la migliore letteratura di settore cominciano a avere la lingua felpata. 

Gli agenti sono svegli e bravi sicuramente ma una ruota di scorta non è esattamente il posto più furbo dove nascondere diciassette (17) chilogrammi fra cocaina e eroina, quindi la ricerca è breve. La vicenda si conclude ovviamente per i soliti binari, manette comprese, mentre Eddy – complice, ho il sospetto, Chicco Martinet ovvero uno dei migliori giornalisti di montagna oltre che già caporedattore della Stampa – chiude la segnalazione che mi manda via cellulare con uno scenario apocalittico, fatto di neve ma non quella che si vede di solito da quelle parti. Ti immagini, mi fa, se la ruota di scorta fosse scoppiata? Avrebbe sballato per i prossimi quarant’anni mezza Courmayeur, conclude. Ne convengo con lui.

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