Logbook 276 – Una notte a Via dei Crociferi

Catania per me è Via dei Crociferi una notte di tanto tempo fa. Anni ‘80 e Marco era convinto che da Catania si potesse dare un segno di cambiamento forte. Scese giù con Domenico Modugno, Franco Corleone e altri candidati forti per dare una alternativa laica allo strapotere democristiano. Ovviamente scendemmo anche Maurizio, Antonio, Roberto e io. I giornali ci accolsero con una vignetta sul principale giornale catanese in cui Marco veniva rappresentato come il comandante di una nave pirata. Forse gli intenti erano maligni ma a noi, lui per primo, piacque invece moltissimo.

Lui era di casa all’Excelsior. La mattina – quelle rare volte che si aveva il tempo – si andava a fare colazione con i cannoli del bar di fronte alla piazza, frequentato da avvocati e magistrati. Per Marco erano pochi istanti rubati alla frenetica attività di quando era in campagna elettorale e poi perché, quando non era a digiuno, per il cibo era notoriamente una idrovora, anche se attenta alla qualità.

Avevamo occupato di fatto Telecolor, ottima emittente catanese, che era se non ricordo male a Via Crispi e la notte la si passava lì. La sera tardi, si andava in onda per ore e poi fra la notte e l’alba si rientrava. Io avevo l’albergo a Via dei Crociferi, un po’ più lontano quindi, ma la passeggiata serale e poi notturna era in fondo piacevole, sempre con qualche opportuna accortezza. 

Via dei Crociferi a quei tempi era tutta per aria. Stavano rifacendo la pavimentazione della intera strada che era diventata quindi un quartiere a cielo aperto. Via dei Crociferi – un po’ come il Quadrilatero torinese o il Testaccio romano – a quei tempi (purtroppo e forse non del tutto a ragione) non godeva di buona fama. Era strada povera di gente di popolo. 

Con Sergio – che di Catania conosceva e conosce ogni pietra e persona – giravo, fra i suoi impegni della radio e i miei della TV,  la città. Trascorremmo così settimane e settimane, dure ma in fondo divertenti. I risultati poi ci furono e non é mai poco quelle volte che capita che la fatica abbia un ritorno. Cinque eletti in consiglio, finalmente un sindaco laico (che peraltro era stato il primo a non crederci), una campagna elettorale da manuale anche dal punto di vista televisivo 

Dunque Via dei Crociferi. Una notte, rientrando da solo nella strada dissestata per i lavori, sentii cantare un’aria d’opera da una voce sul terremotato selciato, una voce che sapeva cantare. Mi dispiace ma non ricordo proprio che aria fosse. Sicuramente comunque era famosa per riconoscerla io. Ricordo bene però la sensazione che quella voce, nel silenzio notturno della città e del cielo siciliano, riuscì a darmi. Sono passati più di trent’anni e la ricordo ancora.

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