Logbook 55 – Orrori taroccati

Bilancio complesso quello di una settimana di rassegna stampa, naturalmente condizionata dalla guerra in Europa; guerra complessa peraltro, visto che si svolge fra armi convenzionali, media e ricatti economici. Un giorno Putin, per esempio, dice a Draghi che si può temporaneamente sospendere il pagamento in rubli del gas russo e poi il giorno dopo firma il decreto che lo rende invece operativo. Inaffidabilità o strategia, vallo a sapere.

Anche in casa italiana però la affidabilità non è cosa semplice. In quattro giorni Giuseppe Conte è zigzagato fra rotture e sostegni a Draghi e Di Maio (persone che notoriamente aborre), condizionato da social e travagli vari, rischiando – come sembra sia accaduto a Putin – di perdere il contatto con la realtà. 

Draghi è salito al Quirinale, dopo una specie di ultimatum ricevuto in cui Conte preannunciava che avrebbero votato contro l’incremento delle spese militari, ben sapendo comunque che per Conte le elezioni anticipate vorrebbero dire rivolta interna. Poi al Colle sale anche Conte per confermare che sostiene Draghi ma anche che i 5 Stelle sono indipendenti dal Pd. Questo ultimo punto il Presidente Mattarella probabilmente se lo è segnato, hai visto mai se lo dovesse dimenticare.

Tempi confusi insomma, aiutati in questo dai soliti dibattiti con esperti, i più o meno improvvisati, pronti a rappresentare qualsiasi parte nel  solito teatrino mediatico, in cambio di un gettone o di un po’ di visibilità mentre si muovono sotterranei i canali di condizionamento, accattando o provando ad accattarsi qualche voce favorevole fra redazioni e testate.

Un esempio da tenere presente è quello di un video che è girato all’inizio della settimana. Si vedevano soldati con l’uniforme ucraina che sparavano alle gambe di soldati russi presi prigionieri. Immediatamente si scatena il dibattito interno senza avere nessuna capacità di approfondimento in merito. Personalmente qualche riserva che poi si è rivelata fondata l’ho avuta ed è una riserva banale per chi ha un po’ di esperienza. 

Nessun soldato, in nessuna guerra, infatti sparerebbe alle gambe a dei prigionieri. Chi ha qualche esperienza non poteva non essere perplesso.  Un soldato potrebbe eliminare i prigionieri sparandogli alla testa o al cuore – oppure un colpo al torace a destra, uno a sinistra e uno in testa per essere sicuri, come insegnava al giovane Putin, tanto tempo, fa il suo istruttore del KGB – ma i prigionieri sono preziosi in tempi di guerra per eventuali scambi quindi l’eliminazione fisica non conviene mai. In più se spari con un Kalashnikov a una gamba, la gamba subito dopo non c’è materialmente più, mentre dal filmato in questione la situazione sembrerebbe diversa. 

In ogni caso un soldato – anche il più stupido marmittone di una volta – sa perfettamente che se spara alle gambe di un prigioniero poi deve farsi carico di trasportarselo,  il che è complesso sotto molti aspetti. Semmai quindi – in un momento di assolutamente deprecabile violenza – anche il buon Beetle Bailey sparerebbe al prigioniero in una mano, cosa che non pregiudica la mobilità e che per di più evita  – se è la destra – che possa tornare a utilizzarla. Il filmato in questione è peraltro rapidamente scomparso dal dibattito, e non a caso.

Lo so che tutto questo suona orribile ma questi sono tempi orribili, in cui anche l’orrore – non per questo meno mostruoso – suona a volte fasullo. 

Foto tratta da Adnkronos

Una opinione su "Logbook 55 – Orrori taroccati"

  1. Sappiamo bene – e tu piu’ di molti altri – come funzionano le PSYOPS. E i governanti russi (ma meglio dire dittatori – per circa 700 anni, inclusa l’Unione Sovietica) storicamente non sono mai stati molto affidabili. Stiamo assistendo ad una guerra complessa, articolata su fronti e funzioni differenti, piu’ di molte altre prima. E dobbiamo fare molta attenzione anche qui, a casa nostra.

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