Logbook 70 – Cattivo carattere

Bar di un piccolo porto ligure. Fuori piove e visto che è marzo non è neppure una notizia ma il buon bar di un porto, quando fuori piove e la barca è ben ormeggiata, è uno dei migliori posti che esistano. 

Siamo solo in due nel locale. Guardiamo la pioggia fra gli alberi che dondolano e il sartiame che fischia. Non ci conosciamo, visto che io sono di passaggio da quelle parti con il Ferian, ma è naturale cominciare a fare due chiacchiere, scoprendo di avere un paio di cose in comune oltre le barche. Per esempio la Valle d’Aosta dove lui vive e lavora. E’ un medico e fra le storie che ci scambiamo davanti alle birre, mi racconta della ragazzina di Cervinia.

La ragazzina ha undici anni, dice. E’ molto vivace ma non è per quello ma per una curva sugli sci presa male che si rompe il braccio sinistro su a Cervinia e così parte la consueta ottima procedura di soccorso valdostana per questi casi. Il medico di turno al Soccorso Alpino – un suo collega – è uno in gamba ma notoriamente non molto portato per la diplomazia e la pazienza. Tutt’altro. In Centrale (e non solo in Centrale) lo sanno tutti benissimo. Per l’occasione sono ulteriormente preoccupati, visto il carattere che ha, anche – soprattutto? – per il fatto che la bambina è la figlia del Primo Ministro di un importante Paese nordeuropeo, in vacanza in Valle con i genitori.

Sulla pista di sci arriva dunque l’elicottero, il medico scende e si rende conto che la frattura è brutta ma non grave. Entrambi i genitori sono evidentemente preoccupati ma, mentre il padre sembra collaborare, la mamma continua a chiedere, a insistere, a intervenire. 

Il medico è bravo. Conosce il suo mestiere e quel tipo di incidenti. Ha chiaro il quadro non solo clinico perchè la Centrale del Soccorso Alpino gli ha raccomandato – lo ha implorato – di avere la massima calma, la massima pazienza. Si tratta di un capo di governo, dai cerca di capire, non t’incazzare come al solito. Lui ha capito e effettivamente ci prova a contenersi con molta buona volontà. Inizia dunque a ragionare sereno e tranquillo con il padre, gli spiega dettagliatamente la situazione e quel che farà e quel che faranno al pronto soccorso dove la figlia sarà portata immediatamente con l’elicottero del soccorso alpino. La mamma però  lo interrompe continuamente, insiste, vuole sapere. 

La cosa sembra diventare quasi ingestibile finché, ritrovando per un momento le maniere a lui più familiari, la obbliga di autorità a levarsi dai piedi, a salire sull’elicottero in attesa, la lega con le cinture di sicurezza e la lascia lì da sola – bofonchiando una qualche improbabile scusa – per andare a occuparsi della bambina. Deve imbarcare al più presto la lettiga e finire di spiegare al padre come si muoveranno poi  in ospedale. 

Il padre della ragazzina invece al medico piace. E’ un uomo sicuro, posato, concreto, preoccupato certo per la bambina ma positivo, si dice fra sè il medico. Purtroppo non c’è posto in elicottero anche per lui, si scusa, ma un auto lo porterà rapidamente al Parini, all’ospedale di Aosta. Il padre sorride a sua volta, lo ringrazia e dice che è sicuro che la bambina sarà seguita al meglio. 

ll medico gli dà la mano e, salutandolo, borbotta imbarazzato che è la prima volta che incontra un Primo Ministro e che è stato, nonostante le circostanze, un piacere. L’uomo sorride e dice “Grazie ma veramente il Premier sarebbe mia moglie”.

Fuori dal piccolo porto continua a piovere e il vento è aumentato. Il mio interlocutore alza gli occhi chiarissimi dalla sua birra e dà un’occhiata, oltre la vetrata del bar, alla sua barca che è la prima del molo.

“Il problema – aggiunge con un sospiro – è che il carattere di quel medico, dopo questa vicenda, è pure peggiorato”.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: