Logbook 87 – Quale progresso?

Milano Centrale e poi verso la Triennale, per i cinquant’anni di Pubblicità Progresso e per un sabato mattina tutto dedicato all’istituzione che di fatto ha fondato la comunicazione sociale in Italia. Il suo storico compito è quello di contribuire a sensibilizzare l’opinione su temi civili, culturali, educativi e in tutti questi anni le campagne di Pubblicità Progresso hanno contribuito di fatto a cambiare il tessuto sociale di questo Paese, riunendo insieme i migliori nomi e le più rappresentative associazioni e realtà del settore. Sono stato per vent’anni nel suo consiglio di amministrazione e quindi conosco quel tavolo – l’unico –  dove da sempre si siedono uno accanto all’altro Rai, Mediaset,  SKY, i pubblicitari e gli editori italiani, realizzando insieme progetti importanti e campagne di comunicazione diventate famose. 

Andrea Farinet,  il presidente con Giangi Milesi  – che conosco dai tempi del CESVI a Bergamo e che gli fa da vice – giustamente teneva molto a questo appuntamento. Avendo nome e sangue valdostano – oltre tutto una famiglia che ha salvato un Presidente della Repubblica, facendolo fuggire in Svizzera – le cose le prende molto sul serio con tutto il suo staff e i risultati si sono visti. 

Così diventa un sabato mattina con ospiti qualificati, incontri con i vertici delle associazioni di editori, di pubblicitari, con i grandi gruppi televisivi e non tanto per celebrare i decenni passati ma per ragionare insieme su quello che sarà il concetto di progresso in un futuro molto prossimo, difficile da delineare. Il compito non semplice di concludere i lavori  è per Ferruccio De Bortoli, anche lui nell’Advisory Board della Fondazione. 

In cinquant’anni tutto è cambiato nel mondo dei media e il tema di fondo che passava da un panel all’altro era proprio cosa è oggi – e ancora di più cosa vorrà dire domani – il concetto stesso di progresso, approfondito dai diversi punti di vista. La mattinata è comunque ben raccontata dal sito di Pubblicità Progresso che ha seguito l’evento in diretta e, a chi fosse interessato ad approfondire il tema, il consiglio è di dargli una occhiata e non ci sarà da pentirsene. La mattinata si conclude in orario e potrebbe diventare una scadenza annuale.  Sarebbe auspicabile oltre che possibile. perchè di momenti di confronto del genere ne abbiamo tutti realmente bisogno. 

Torno a piedi a Milano Centrale, passando davanti al Piccolo, storico teatro un po’ snob come il suo insopportabile fondatore triestino, poi attraverso Via Solferino – che vuol dire Corriere, Buzzati, Montanelli e tutti gli altri – e, quando la stazione monumentale è già in vista, mi fermo a guardare sotto i portici di uno dei palazzi un homeless piuttosto malmesso, steso su un sacco a pelo sufficientemente lurido anche lui. che controlla concentrato il suo cellulare ultimo modello. Rimango perplesso e, pensando che forse anche le ultime frontiere delle più tradizionali fughe volontarie o coatte dalla realtà stiano crollando, arrivo nella stazione ferroviaria più in salita finora conosciuta.

Oggi di nuovo in treno, questa volta verso Roma. Settimana di rassegna stampa, quindi appuntamento con chi di voi la ascolta per passare le prossime mattine in comune.

A domani, allora. Buona domenica.

La registrazione dell’evento è disponibile sulla pagina Facebook di Pubblicità Progresso

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