Logbook 138 – L’estate sta finendo

La barca torna in porto e un mese di mare, intervallato da una settimana radiofonica romana, è trascorso. Mare salentino quindi un mare dai colori che cambiano a ogni istante e dall’antico sapore salato.

In mare il tempo si dilata. La navigazione dà un ritmo al tempo e giorno e notte diventano un’unica cosa. Se si è in due a bordo, i turni da guardia la notte sono più semplici. Scendendo, da Ancona a Brindisi, abbiamo fatto turni da due ore per le due notti in mare, anche se chi non era di turno, di fatto dormiva in pozzetto per il caldo che era parecchio anche di notte e sul mare non è che sia frequente. Vero poi è che risulta più facile, in caso di emergenza, intervenire. Risalendo da sud invece, essendo da soli, diventa tutto un po’ più impegnativo e la notte meglio fermarsi così come è meglio farlo se è previsto maltempo, ovviamente sempre che sia possibile.

Comunque anche il Salento, visto dal mare, diventa altro. Piccole spiagge, grotte solitari che si avvicendano mentre le cittadine avvistate dal mare – come sempre e sempre questo effetto stupisce – mostrano profili diversi e sconosciuti. 

Il turismo sta trasformando questa terra ma viene gestito con intelligenza e la coscienza che se si vuole creare una economia duratura, occorre saper offrire qualità e attenzione, senza cedere alla tentazione di spolpare il turista che ormai sa crearsi alternative senza rimpianti.

Chi va per mare poi vive un’altra dimensione e in questo occorre organizzazione oltre che la necessaria passione perchè ti offre momenti straordinari ma sa offrire anche momenti altrettanto complessi. In Puglia in queste settimane peraltro ho riscoperto una vecchia amica, la Lega Navale, di cui in realtà faccio parte da parecchi anni. 

La Lega è fatta di persone che amano il mare, il proprio mare. Sentire parlare il presidente della Lega di Otranto del suo mare, sentire in Lega a Brindisi, fronteggiati dal Forte Federiciano,  raccontare dai soci la loro costa e il loro porto o a Molfetta vedere come la Lega sia un punto di riferimento per la città, sono solo alcuni degli esempi che si possono fare. 

Il dato nuovo che si avverte è forse una maggiore capacità di fare rete, di sentire più vicina Roma e quindi avvertire di fare parte di una istituzione che sul territorio ha le sue autonomie ma che costituisce una realtà marinaresca unica in Europa, una realtà che raccoglie identità e esperienze di mare legate al territorio italiano. 

Ogni sezione ha una sua caratteristica anche in Puglia. Chi ha anche ristoranti che sono considerati fra i migliori del territorio circostante, chi ha ormeggi magari un po’ complessi ma inseriti nel cuore della città, chi ha attenzione alla cultura del territorio e chi alle attività agonistiche.

In tutte le sezioni in cui mi è capitato di fermarmi ho trovato sempre accoglienza e amicizia di mare che – come quella di montagna – è solida anche fra sconosciuti che si incrociano per pochissimi minuti ma che frequentano da sempre la stessa vita. Moltissimi restano gli elementi comuni come l’impegno per portare i più giovani alla cultura del mare, per il superamento delle disabilità anche sul mare – sapendo bene che in mare siamo tutti un po’ disabili, chi più chi meno – e  per l’ambiente che è fortemente a rischio. 

Sono comunità solide e per tutte resta nella mente Molfetta e i suoi soci della Lega, gli amici di una vita, seduti sotto il portico della sede affacciata sul mare a parlare, utilizzando peraltro una lingua in cui loro sostengono di capirsi ma io non ci credo. Quel ritrovarsi ogni sera a parlare di mare e non solo è segno di comunità e di amicizia.

Il  Salento a ogni modo resta nel cuore e resta nel cuore il suo mare. Resta Gallipoli, oltre Leuca e verso l’interno dello Ionio, il mare estremo in tutto che sa essere calmo o terribile, poco profondo o profondissimo, il più profondo del Mediterraneo visto che tocca e supera i cinquemila metri (scusate se è poco), praticamente più di un Monte Bianco rovesciato.

E infine ci sono state le immagini quotidiane, accompagnate da parole che amano il mare. Un logbook nel logbook insomma per raccontare in qualche modo il mare e il tempo salentino di questa strana estate.

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