Logbook 148 – Backstage 4. Naziskin a Colle Oppio

Se ne parlava in radio e, siccome il discorso è finito sui fascisti di Colle Oppio – luogo romano pieno di storia ma anche di cronaca giudiziaria – ho accennato a quando i naziskin mi minacciarono di morte. In realtà messa così suona pesantona mentre allora non riuscimmo nessuno di noi a prendere sul serio le scritte che avevano coperto la Balduina, dove era allora la sede di Teleroma 56 e, se non ricordo male, qualche lettera anonima diciamo munizionata. In realtà la responsabilità di quelle minacce fu principalmente di Michele Serra.

Qualcuno mi ha chiesto di saperne di più ma non è che ci sia molto da aggiungere. Era inizio anni 90 e a Colle Oppio i naziskin avevano acquisito una certa notorietà per avere pestato in dodici un ragazzo nero et similia. Non erano il massimo ma oltre le teste rompevano anche un po’ alle balle a una Roma che era uscita non da moltissimo da terrorismo, scontri, revolverate per strada eccetera.

Eravamo molto ascoltati e gli anni di lavoro su una informazione certamente schierata ma corretta e capace di approfondire senza farsi condizionare, pagava. Francesco Rutelli ebbe peraltro modo di dire che la sua elezione – avvenuta per una manciata di voti sull’allora segretario del Msi Gianfranco Fini – doveva molto a quella tv. A quei tempi, fra le altre invenzioni dovute sopratutto alla povertà di mezzi, cambiavamo le sigle finali dei tg molto spesso, adeguandole alla attualità. Così in quella circostanza adottammo prima una famosissima scena dei Blues Brothers – “Io odio i nazisti dell’Illinois” – e poi un testo geniale di Michele Serra, recuperabile sul web. Così arrivarono le minacce ma era un vecchio conto aperto fra noi e andava bene così. Eccolo Michele Serra:

Lettera a un Naziskin

Caro naziskin, io scrivere te con parole facili facili, così forse tu capire. Io leggo su giornali che tu essere ‘bestia’ e ‘belva’, ma io non credere. Io credere tu essere ignorante: e ignoranza è grande problema per tutti, anche per me. Perché persona ignorante è persona debole, e persona debole è persona che ha paura, e persona che ha paura è persona che diventa cattiva e aggressiva, e fa “bonk” con bastone su testa di poveraccio. Vere ‘bestie’ e ‘belve’ sono certi giornalisti (molti) e certa televisione (quasi tutta), che dicono stronzate così noi restare tutti ignoranti e potere resta in mano di potenti. Io vuole dire questo: se tu picchia un poveraccio, tu non dimostra tua forza. Tu dimostra tua debolezza e tua stupidità. Perché sua testa rotta non risolve tuo problema. Tuo problema è che tu vivere in periferia di merda, senza lavoro o con lavoro di merda. Tuo problema è che tu essere ultima ruota del carro. Allora tu volere diventare forte, e tu avere ragione. Ma nessuno diventa forte picchiando (quaranta contro due) due persone deboli. Se tu volere diventare forte, tu dovere ribellarti a tua debolezza. Tu dovere pensare. In tua crapa rapata esserci cervello. Tu allora usare cervello, non bastone. Tuo cervello avere bisogno di cibo, come tua pancia. Tu allora provare a parlare, a leggere, a chiederti perché tu vivere vita di merda. Questo essere: cultura. E cultura essere sola grande forza per migliorare uomo. Io sapere: leggere essere molto faticoso. Pensare essere ancora più faticoso. Molto più faticoso che gridare “negro di merda”, o “sporco ebreo”: gridare stronzate essere molto facile, basta vedere presidente skinhead Cossiga. Tutti essere capaci di insultare e odiare. Me non importare niente se tu avere crapa rasata e scarponi: per me, tu potere anche metterti carciofo su testa e tatuare tue chiappe. Me importare che tu rispetta te stesso, tuo cervello e tua dignità, così forse tu impara anche a rispettare altri uomini. Se tu grida “sporco ebreo”, tu dovere almeno sapere cosa essere ebreo. E se tu sapere cosa essere ebreo, tu provare a chiederti come sarebbe bello se bruciassero in forno tua madre, tuo padre, tuoi fratelli, tuoi amici e te. Se tu comincia a fare domande, tu comincia a vincere. Domande essere come chiavi di macchina: basta una domanda per accendere motore e andare lontano. Io molto preoccupato per te (e anche per testa di quelli che vuoi picchiare). Io preoccupato perché il potere, quando vede persone ignoranti e cattive, può fare due cose: metterti in prigione, e prigione è come immenso “bonk” su tua testa. Oppure servirsi di te come uno schiavo, mandarti a picchiare e torturare e bruciare mentre lui, intanto, vive in bella casa con bella macchina e bella figa. Vuoi essere libero? Tieni tua testa rapata, ma impara ad amare tuo cervello. Forza e potere abitano lì: dentro zucca, non sopra zucca. Ciao. Michele Serra (Cuore 27 gennaio 1992).
Vignetta di Mauro Biani (2019)

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