Mi è capitato più volte di farci caso durante la rassegna stampa di questi mesi. Uno dei migliori commentatori politici – area tradizionalmente occupata da economisti, giuristi, opinionisti eccetera – è un valido psicoanalista come Massimo Recalcati. La cosa può avere più senso di quel che sembri. La politica infatti – internazionale o italiana poco importa – sembra sempre più condizionata, in questi tempi difficili, da elementi tipici del contesto psicoanalitico se non addirittura in quello psichiatrico.
I dispetti – arma classica dei losers e sintomo inequivocabile di un certo disagio psichico – sono all’ordine del giorno di coalizioni e partiti. Psicoanalizzare i comportamenti di certi personaggi (per non fare nomi, a puro titolo di esempio, dei Salvini, D’Alema, Conte, Veltroni, Berlusconi e tanti altri) in questa chiave potrebbe portare a illuminanti conclusioni e chiavi interpretative di quanto succede. Se poi si va in ambito internazionale le cose non vanno meglio. È di ore fa che la Corea del Nord ha lanciato altri tre missili balistici verso il Mar del Giappone, di cui due a corto raggio e uno intercontinentale (Icbm), ma il test di quest’ultimo è fallito secondo le forze armate della Corea del Sud, come ci dicono le agenzie di tutto il mondo.
Anche Kim Jong-un – tragico buffone – potrebbe essere una vera strenna natalizia per i suddetti psicoanalisti così come probabilmente lo sarebbero Bolsonaro o gli integralisti iraniani e afgani e come lo sarebbero stati un Hitler, uno Stalin, un Gheddafi o un Mussolini, altri tragici buffoni della loro epoca. Quello che però più di tutti può preoccupare, in tempi in cui si parla di armi nucleari come si parla di una partita di calcio, è la psicopatologia putiniana, con l’aggravante che lui è uno dei pochissimi russi della nomenklatura che per di più non è neppure condizionato dall’alcool. Si parla della sua salute, che pare non sia al massimo. Si parla dei suoi progetti di politica estera volti a controllare la politica interna, cosa peraltro non nuova visto che fra Cecenia, Georgia e ora Ucraina la strategia in oltre venti anni non è mutata. Forse anche lui sente i limiti temporali che si aggiungono a quelli fisici e questo per chi detiene il potere assoluto è parecchio pericoloso.
“Après nous le déluge” è merce nota ma si può andare a Arthur Koestler nel suo bellissimo “Dialogo con la morte”, scritto in un carcere spagnolo in attesa di una esecuzione che per puro miracolo non avvenne. Credo, scrive, che la sola consolazione che potreste dare ad un condannato a morte che si avvia alla sedia elettrica sarebbe quella di dirgli che sta arrivando una cometa, la quale distruggerà il mondo proprio domani. Koestler peraltro la mentalità degli uomini del KGB lo conosceva bene, molto bene e il suo “Buio a mezzogiorno” è agghiacciante per la sua attualità. Incrociamo le dita e puntiamo su Freud.

Un grande scrittore americano, Tom Robbins, ha scritto da qualche parte (cito a memoria, quindi piu’ o meno): “L’umanita’ insiste nel dare potere ai paranoici, come Hitler, Mussolini, Stalin. Se invece lo desse agli schizofrenici sarebbe un gran circo, ma andrebbe tutto molto meglio.”