Logbook 178 – Sotto gli occhi dell’occidente

In Iran è chiaro che è in corso una rivolta e è rivolta di popolo. Se servisse una ulteriore conferma, basta sentire l’assordante silenzio che la circonda in Italia e non solo in Italia. È ben vero che l’Italia è il secondo partner commerciale dell’Iran ma anche uno sprovveduto capisce che quel regime sta crollando e che gli scenari mondiali se crolla saranno completamente stravolti.

C’è chi dice che certo anche la rivolta araba era piena di speranze e poi è finita come è finita. Bisogna però essere sicuri che quella non sia stata una lezione salutare per chi vive sotto un regime. C’è poi da considerare l’Iran e la sua storia che, prima dell’avvento dei sottanoni (come li chiamano ormai nelle piazze) era storia che comprendeva bene l’Occidente.

Silenzio sui giornali, Silenzio in tv. Silenzio ovunque tanto fra trent’anni magari su questa vicenda ci faranno un film che vincerà l’Oscar e Rai o Mediaset ci faranno una fiction strappalagrime. Intanto lì si muore, si muore e si vince. Qualsiasi regime, quando esercita la repressione, arriva a un punto limite oltre il quale ogni goccia di popolo versata diventa benzina per un incendio.

Un merito in questa vicenda lo ha Mariano Giustino che sta tenendo praticamente da solo da Ankara il fronte dell’informazione. Vecchia scuola non mente e non si spaventa di essere la vox clamantis nel deserto mediatico.

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