Logbook 202 – La Casa Russia

Il film è del 1990, glasnost, perestroika, cose così. La storia è firmata Le Carré quindi una garanzia. Un editore, un manoscritto, un autore che è uno scienziato specialista in armamenti sovietici che vuole la pace e sta per rivelare ai servizi occidentali che l’Unione Sovietica è un bluff e il suo sistema militare è un colabrodo. Insomma è una bella storia.

Solo che a rivederla oggi ha qualcosa di straordinario, di incredibile, di agghiacciante. La storia di una speranza collettiva fallita, stroncata pochi anni dopo dal grande progetto del KGB che produsse Putin e tutto il baraccone che oggi, alla fine del suo percorso, minaccia il mondo.

Non guasterebbe unire alla visione di questo film anche la rilettura dei libri di Anna Politkovskaja – e andiamo al 2005 – quando racconta di quello che era e che é rimasto il sistema militare russo. Il quadro diventa chiarissimo.

“La Casa Russia”. Oggi dopo trent’anni e dopo Cecenia, Georgia, Ucraina e un regime fondato e gestito da una polizia segreta feroce e corrotta. Da vedere. E poi c’è Sean Connery nel suo miglior periodo. Il che arricchisce il piatto, pokeristicamente parlando.

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