Logbook 265 – Di bolina

John Kennedy ha sempre grande successo di pubblico e di critica si direbbe. Ieri un accenno al presidente americano – ucciso da un vecchio 91 italiano, l’arma dei nostri padri e dei nostri nonni – lo ha confermato. Allora forse vale la pena approfondire un po’ l’argomento che in “Di mare barche e marinai” aveva avuto dedicata una intera storia delle cento che quel libro racconta.

John Kennedy durante la Seconda Guerra Mondiale comandava una motosilurante. Divenne un eroe per aver salvato il suo equipaggio, uno dei cui membri, ferito, si caricó sulle spalle nuotando a lungo fino all’isola più vicina. Quando durante una visita alla Casa Bianca un bambino gli chiese come aveva fatto a diventare un eroe rispose con un po’ di preziosissima autoironia che in fondo era stato facile perché i giapponesi gli avevano affondato la barca. C’è poi la storia delle sue barche e del disegno della sua barca più cara, lasciato nella stanza dell’albergo la sera prima di quella fucilata di Oswald. 

Viriamo di bordo perché intanto ieri c’è stata una telefonata con Giuliano, anche lui peraltro appassionato di mare. Ha venduto tre anni fa, mi dice, il suo Nauticat 33, gran bella barca nordica. Non ci sentivamo da una vita ma c’è sempre molto affetto, nonostante lui una volta al mese lui tenti di sopprimermi per soffocamento, tramite l’abolizione della punteggiatura. Gli voglio comunque molto bene e quindi, esalando l’ultimo respiro per mancanza di un punto o almeno di un punto e virgola in fine di frase, sono certo che lo perdonerò.

Stiamo preparando la trasmissione del 25 aprile alla radio e fa piacere sia a Alessio che a me che nella partita, quella mattina, ci sarà anche lui che é uno di quelli che parla sapendo di cosa parla, il che di questi tempi finisce per non essere poco. Ricordo ancora una lunga e sentita chiacchierata con lui in ricordo del nonno Mario, una grande persona a proposito di antifascismo, davanti alla telecamera di Teleroma 56, anche questa scomparsa nello spietato gorgo che ha distrutto l’archivio di quella vecchia barca straordinaria che era Teleroma.

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