Logbook 293 – Quando il pane è cattivo

In estrema sintesi il 40% degli aventi diritto non è andato a votare. A ciò si dovrebbero aggiungere per correttezza schede bianche e nulle per avere un quadro politico corretto. Ovviamente sia i partiti – tutti i partiti – sia i media – quasi tutti i media – glissano sull’argomento, accreditando percentuali false e falsate. Se infatti si dice che un candidato ha preso il 51% dei voti e non si chiarisce che è sul 60% degli aventi diritto, sarebbe opportuno definire la cosa una sorta di truffa, visto che il 51% del 60% fa poco oltre il 30% degli aventi diritto. Ne consegue che il 70% non si è sentito rappresentato da quel candidato.

E qui scatta la solita lagna, come la definirebbe Giuliano Ferrara, del “problemi loro”, del “gli assenti hanno sempre torto” e via di seguito. Ma quando le percentuali sono di questo genere, in realtà la democrazia rappresentativa stessa è già saltata per aria e gli eletti rappresentano solo chi li ha candidati. In realtà l’allontanamento dalle urne comincia a configurarsi come un vero e proprio “sciopero del voto”, come lo definì negli anni ‘80 Marco Pannella, che ne fece una controcampagna elettorale perchè proprio di sciopero si tratta. È evidente che nei palazzi e nei salotti di potere, l’astensionismo è un dato che non preoccupa ma alla fin fine fa comodo perchè la linea è quella del “meno siamo meglio stiamo”. Linea furba ma non intelligente – caratteristica peraltro della attuale politica italiana – che, come tutte le furbate, farà alla lunga parecchi danni.

Non c’è alcun dubbio che il voto e il suffragio universale siano stati rivoluzionari e che rappresentino il pilastro della democrazia. Ma sono decenni che gli elettori in Italia non scelgono chi li rappresenta, nonostante questo non sia costituzionale. Anche questo è causa non marginale del non voto insieme a altri vari fattori di fatto antidemocratici. Certo, il voto è come il pane, necessario per vivere. Ma se la metà dei clienti del forno non compra più il pane da lui, il fornaio siamo proprio sicuri che non si debba fare qualche domanda?

Una opinione su "Logbook 293 – Quando il pane è cattivo"

  1. Interessante e condivisibile. Non solo un problema italiano. Succede ormai quasi ovunque nell’Occidente democratico. Bisognerebbe quindi chiedersi se non fosse il caso di riflettere se qualcosa non ta funzionando. Se poi l’assenteismo è praticamente totale, come la scorsa domenica in Kossovo e questo comporta seri problemi geopolitici, la riflessione diventa urgente. Ma quella è un’altra storia…

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