Logbook 300 – Romagna

Il bambino avrà quattro anni e fissa ipnotizzato, a due passi di distanza, la chitarra di Lele il Saraceno. È a cena con la famiglia ma è riuscito a evadere dal tavolo dei genitori, che comunque controllano a distanza sia lui che la sorellina gemella. Lei accenna qualche passo di danza e si guarda subito in giro intimidita. Lui no, lui guarda fisso chitarra e chitarrista con le loro magie e basta qui. Lele sorride poi più tardi mi dice in romagnolo “io quando ero bambino ero così”.

Nel locale di Carolina Casadei a Gatteo Mare, Carolina con Roberto Chiesa presentano il libro che Roberto ha scritto, dopo una giornata televisiva trascorsa con Raoul Casadei a parlare di cibo e di Romagna, di musica e di Romagna, di storie e di Romagna. Lele crea musica con la sua chitarra mentre la gente ascolta musica e racconti. Carolina è una forza della natura ma, se parla del padre, gli occhi diventano lucidi e allora la musica aiuta.

I piatti in menu sono solo quelli che amava il padre mentre l’atmosfera è quella di un angolo di Romagna che è già di nuovo in piedi dopo i giorni difficilissimi dell’alluvione. I turisti ci sono. Turismo di giugno ovviamente quindi con una certa età ma è una età che sembra sapersi divertire molto più dei loro nipotini displayzzati che chissà dove sono. Loro invece si fermano nella passeggiata serale per ascoltare dalla strada la serata Casadei e a un certo punto, quando la musica è ormai entrata nell’aria, partono valzer perfetti che volteggiano fra auto e biciclette.

Serata bella che dà l’idea di cosa sia l’accoglienza per la gente di Romagna. Il giorno dopo dovrò partire presto per Roma e quindi dormirò in barca a Rimini, così verso la fine della serata il pensiero tende a andare alla passerella di bordo che male si accompagna con il sangiovese. I racconti intanto dal palco arrivano a chi ascolta, uno dopo l’altro, e coprono cinquant’anni e una famiglia unita, compatta, come si usava una volta da quelle parti. Il libro è bello e scritto bene – il titolo non a caso è “La canta dell’uomo semplice e felice” – e diventa pretesto per una serata che fa sentire a casa mentre più tardi la passerella tollererà il sangiovese senza inutili nervosismi, il che aiuta sempre molto per chiudere la serata restando asciutti. Asciutti almeno fuori, ma questa è Romagna.

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