Logbook 302 – Sembra Persa Questa Roma

Settimana romana e forse quella che la rappresenta meglio è il reportage praticamente di guerra che, sul Corriere, racconta Dacia Maraini. La vicenda in sé sarebbe semplice. Un treno da prendere alla Stazione Termini. Facile. Solo che i taxi non si possono prenotare quindi la mattina quarantacinque minuti in attesa. Poi valigia alla mano alla ricerca di un taxi per strada ma non c’è nulla quindi metro ma la metro è in basso e la valigia pesa per una signora di una certa età e inoltre la metro quando passa è piena e nessuno fa posto quindi al terzo convoglio lei si decide a salire altrimenti perde il treno. Il finale è un treno preso per miracolo con due ore di abbondante anticipo rispetto ai tempi previsti. Unico aiuto ricevuto, quello di un ragazzo di colore che la aiuta per le scale della metro con la valigia e il capostazione che cerca di rinviare la partenza per quanto possibile per darle il tempo di salire.

Ma Roma è anche il bambino di cinque anni morto a Casalpalocco in quello che vedremo se è un incidente o un omicidio stradale. Ferma restando la presunzione di innocenza che vale sempre e comunque – pilastro di qualsiasi sistema democratico – la storia è strana. Ragazzi che filmano cinquanta ore su un’auto velocissima che fa i 100 all’ora in tre secondi. La Smart Four di una mamma con due figli a bordo che viene presa in pieno dalla Lamborghini dei ragazzi e trascinata per un bel pezzo di asfalto. Testimoni dicono che i ragazzi continuano a filmare anche dopo l’incidente, il che attesta esattamente quella che è la patologia del secolo cioè il non collegamento con la realtà reale, cosa non poco pericolosa sia per il singolo individuo sia per il tessuto sociale cui appartiene.

Roma e una volta al mese mi chiedo come ci si possa vivere. Certo, ci sono angoli e momenti incredibili. Vedo Antonello, Alfonso e Andrea al Mercato, un tempio del cibo ricavato dai vecchi giganteschi locali della stazione Termini. Pieno di gente che sembra divertirsi anche perchè i cellulari prendono male e poi si mangia bene, si parla o quanto meno si cerca di parlare, visto il rimbombo infernale di quello che dal punto di vista acustico resta pur sempre uno spazio industriale. Bello.

Poi esci e trovi fuori già sistemati per la notte una decina di senzatetto avvolti in coperte fetide e con dei cartoni per materassi. Roma non risolve i suoi problemi da tanto tempo, convinta com’è che tutti i problemi – compresi i suoi – per risolverli basta spiegarli.

Foto di Andrea Cavalieri

Una opinione su "Logbook 302 – Sembra Persa Questa Roma"

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: